“Questo è un messaggio all’America. Difensori della croce, una guerra su delega non vi aiuterà nè in Siria nè in Iraq. Nel prossimo futuro sarete impegnati in un confronto, nonostante la vostra riluttanza. E i figli dell’Islam sono pronti, aspettate e vedrete. Anche noi aspetteremo e vedremo”, firmato il Califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Il messaggio alla fine dell’ultimo film di 55 minuti diffuso dai miliziani dello Stato Islamico, a due giorni dal trailer del 17 settembre “Flames of War”, è una vera e propria minaccia di guerra agli Stati Uniti e all’Occidente. Un avvertimento che impressiona ancora di più dopo aver visionato tutto il filmato: una sequenza di azioni di guerra, preghiere, discorsi (tra cui quello dello stesso autoproclamato califfo) ed esecuzioni contro le milizie dell’esercito siriano di Bashar al-Assad.
Il video, pubblicato sui profili Twitter di sostenitori del califfato, è stato realizzato dalla stessa casa di produzione che ha diffuso i video delle decapitazioni di James Foley, Steven Sotloff e David Haines. Le immagini aprono con discorsi di George W. Bush il giorno in cui dichiarò guerra all’Iraq di Saddam Hussein, nel 2003. I jihadisti raccontano quelle che, a loro dire, sono le menzogne che gli Stati Uniti hanno propinato a tutto l’Occidente per coinvolgerlo in una guerra ingiusta e mossa solo da interessi economici. Loro, i terroristi, sarebbero coloro che salvaguardano, in Iraq e in Siria, la libertà del popolo musulmano anche contro l’altro grande nemico, il presidente siriano, colpevole di aver instaurato un regime che viola i diritti dei sunniti.
Proprio Assad e le sue milizie sono gli altri obiettivi dell’Isis. Dopo le immagini che riportano alcune parti del famoso discorso di al-Baghdadi, i terroristi mostrano le riprese di un’operazione di guerra notturna in territorio siriano in cui riescono a catturare diversi militari di Assad. Dopo le esecuzioni sommarie e le decine di cadaveri buttati sul rimorchio di un camion, l’occhio della telecamera si sposta su un’altra scena: 3 uomini dell’esercito regolare siriano stanno scavndo una fossa, quella che, come spiegheranno dopo, sarà la loro tomba. Uno di loro inveisce contro il suo presidente, sostenendo di esser stato abbandonato come tutti i suoi commilitoni, e spiega che quello che gli sta succedendo è la conseguenza del comportamento dello Stato per cui ha combattuto. I secondi successivi mostrano la freddezza dei miliziani del califfato: i militari siriani si inginocchiano davanti alla fossa che hanno scavato e vengono giustiziati.