E’ di Blu, un noto writer italiano, famoso anche all’estero, il murales delle polemiche nel quartiere di San Basilio a Roma. I poliziotti erano stati raffigurati come maiali e pecore: immagine cancellata due giorni fa dalla municipale, lasciando il resto del dipinto. “Era un’offesa alle forze dell’ordine, hanno fatto bene a farla sparire” è il commento che va per la maggiore tra le persone di una certa età. Il murales raffigura il santo protettore del quartiere che trasforma degli uomini in divisa in bestie, per punirli delle loro azioni. Sulla parte oggi imbiancata è apparsa poi una scritta rossa “guardie infa…”. L’opera è un omaggio a Fabrizio Ceruso, il diciannovenne di Tivoli morto durante gli scontri con la polizia nel 1974, lottando per il diritto alla casa. “C’era già una targa in suo onore, questo è istigare alla guerriglia, checché se ne dica di San Basilio non è un quartiere di delinquenti, qui c’è gente perbene” aggiunge una signora. “E’ un capolavoro, un’opera d’arte censurata, è come cancellare un quadro di Caravaggio nelle parti più spinose e di denuncia” affermano invece i molti giovani del quartiere. “Non è stata fatto in una notte, tutti sapevano, era stato autorizzato, è un gesto assurdo cancellarlo e che si siano spesi soldi per questo” sostiene una ragazza. “C’è una volante a controllare una scritta su un muro, per queste cose si attivano subito, ma per il degrado del quartiere nessuno fa niente” gli fa eco un signore. Le diverse generazioni che abitano a San Basilio su una cosa concordano: Le ragioni delle lotte degli anni settanta sono vive più che mai. “Stiamo peggio di quarant’anni fa, oggi la casa è un lusso non un diritto, come se dovessi comprarti una Ferrari, la differenza e che siamo meno uniti del passato” racconta una trentenne licenziata da poco perché rimasta incinta. “Se serve lottare o occupare per averci un tetto sulla testa allora è giusto combattere e che il santo ci protegga” chiosa la ragazza di Irene Buscemi
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