Il Circo avvicina al cielo, a Dio, ricordando la sfida di Icaro. E’ il gancio in mezzo al cielo delle funi per raggiungere le nuvole, sono i trapezisti di muscoli e tenacia e disciplina e pazienza nell’attendere l’attimo giusto, sono l’abilità delle mani, i teli sui quali tendersi, la velocità d’esecuzione, il sorriso perenne su bocche truccate e strampalate. Il Circo (leggere anche La storia del circo di Alessandro Serena, Mondadori Bruno, 2008), quello contemporaneo, non contempla gli animali. Quindi nessun orso che boxa, nessun canguro che scalcia, né cani ammaestrati, né cavalli con pennacchi, né leoni fintamente ruggenti né tanto meno pachidermi addolciti dalla frusta. Solo e soltanto uomini e donne con le loro invenzioni millenarie, le loro giocolerie, i guizzi, i lampi, i salti e le capriole, le azioni che da sempre fanno aprire la bocca di meraviglia ai bambini di ogni età. Stupore e meraviglia: è questo il circo.
Un fenomeno in Italia ed in Europa in forte crescita. Aumentano le scuole di circo, in Italia ce ne sono sette (tra le altre la Flic di Torino, la Piccola scuola di Milano, la Galante Garrone di Bologna), mentre ormai non se ne contano più per quanto riguarda le Scuole di Circo Ludico Educativo per bambini e ragazzi (noi ne abbiamo contate una sessantina, con 6.000 tesserati Uisp), come sono in forte ascesa sia il numero degli artisti (600 all’ultima convention nazionale), delle rassegne come dei fruitori (jugglingmagazine.it per utili approfondimenti).
Una delle più grandi manifestazioni nel genere è il “Cirk Fantastik” (programma completo su cirkfantastik.com), all’ottava edizione, fino al 28 settembre a Firenze (il Comune del sindaco Nardella elargisce un contributo di 8.000 euro) si alterneranno tredici diverse compagnie per venti messinscene. Ci saranno i Magda Clan (loro lo chapiteau), i Madame Rebiné, i Los Santos, LeDaMine, Teatro C’Art, il Trio Trioche, Stefano Di Renzo, la fiorentina Tedavi ’98, Luigi Ciotta, Vola Tutto, Magma Cirkus e Circo Inzir.
Il cabaret si mescola al circo che si miscela alle clownerie, che si amalgama al grottesco, al comico, al surreale, al concerto strampalato alla minimale oggettistica. Se ne “La riscossa del clown” (il 19) dei Madame Rebinè vedrà un vecchio clown tornare a farsi giustizia al galoppo della sua fiammante sedia a rotelle, una vendetta colorata con ospiti inquietanti e folgoranti, in “Troppe arie” (il 20) del Trio Trioche saranno traslate le più famose e celebri opere nelle bizzarrie sonore e vocali più deliranti. L’“Extra-vagante” dei Magda (il 21) ci porta in un mondo alla rovescia dove le vertigini sono la normalità, “Le Gran cabaret Deluxe” (il 24) vede una serie di personaggi esilaranti tra recital acuto e revival brillante, ed in “Favilla” (il 26) sarà il fuoco il protagonista.
Nel corso degli anni ha cambiato varie location passando dalla Limonaia di Villa Strozzi a Piazza Santo Spirito fino a trovare la sua casa ideale al Parco dell’Anconella. Un grande chapiteau, il classico tendone, sarà al centro del parco dove in dieci giorni si alterneranno spettacoli e laboratori, piece a cappello e performance. Il Circo è la fusione tra il teatro e l’arte di strada. E’ magia allo stato puro, è cibo per la “maraviglia” fanciullesca, è essenza di stupore, è caos organizzato, è l’impossibile che diventa possibile, è gioia, è gioco disordinato, è confusione distillata ed incanalata.
Se in Italia siamo all’inizio di questa disciplina all’estero, Belgio, Francia, Germania e Spagna hanno fatto da apripista venticinque anni fa, ci sono compagnie decennali con tournée internazionali infinite.
Parlare però del Cirque du Soleil, oggi, è inappropriato visto che il grande gruppo canadese ha preso la strada dell’estrema spettacolarizzazione con macchinerie imponenti (con una ventina di spettacoli in repertorio ed un teatro di residenza continua a Las Vegas). Questi spettacoli invece hanno la polvere di stelle delle piccole scoperte, quell’alone di amatorialità e indisciplinata felicità che nasconde un lavoro sul corpo, sull’attenzione e sul ritmo impressionanti. Il Circo non si improvvisa ma va continuamente allenato. Forse aveva ragione Federico Fellini: “Il cinema, come il circo e il varietà, è come una vecchia puttana, e sa dare molte forme di piacere”, anche se siamo ancora affezionati a Michel Platini: “Quando al circo muore il trapezista, entrano i clown”.
Firenze