Questa intervista a Luigi Gubitosi, direttore generale Rai di matrice tecnica (lo volle Mario Monti), non potrà essere replicata l’anno prossimo.
Ci diamo appuntamento tra dodici mesi esatti, stesso posto, stessa ora?
Non posso che lasciare un biglietto a chi verrà, io non ci sarò: finisco il mandato, e vado via.
Assisterà al varo del bilancio 2014, fine marzo o aprile?
Rispondo come fanno gli allenatori: mangerò il panettone e passerò qui il Natale, credo di poter arrivare alla colomba, a Pasqua, però non dispenso certezze. Ma mi sento in pieni poteri, anche se questo tesserino che mi permette di entrare in viale Mazzini mi ricorda le scadenze.
Cos’ha di strano il suo tesserino?
Il colore bianco significa che è a tempo indeterminato, il mio è azzurro: tempo molto determinato. Ogni mattina ci penso. Ora parliamo di televisione, non di me.
In Rai ci sono oltre 1500 giornalisti, non c’era nessuno che costasse meno del biennale da 900mila euro di Massimo Giannini, nessuno in grado di poter ottenere un buon (non eccezionale ) 11,7% di share con Roberto Benigni?
Io c’entro poco, l’ha deciso il direttore di Rai3, Andrea Vianello. E poi io ho avallato. Su Rai1 abbiamo lanciato un prodotto interno, si chiama Petrolio e va molto bene, a me piace. Per Rai3 abbiamo cercato di cambiare senza traumi.
Come spiega il taglio del 5-10% ai precari con la partita Iva, che non hanno garanzie contrattuali, se in contemporanea a Giannini offrite uno stipendio sontuoso?
Va precisato che Giannini guadagna meno di Giovanni Floris. Io dico: non abbiamo mandato via un solo collaboratore, ma a tutti abbiamo chiesto un sacrificio e tutti lo devono sostenere.
Ai deboli sì, e ai forti? Il rigore (la regola del 5/10%) l’avete applicato anche agli oltre 2 milioni annui di Bruno Vespa?
Non commento le cifre, comunque: certo, ci mancherebbe.
Perché non avete trattenuto Floris?
C’erano dei dubbi editoriali per la striscia quotidiana su Rai3, gliel’avremmo concessa, però c’era una distanza economica. Andiamo avanti, senza rimpianti.
A proposito di restrizioni, le testate giornalistiche hanno subìto una riduzione delle risorse, non Rainews. E proprio Rainews, che non fa ascolti migliori di un paio di anni fa, dovrà comandare sul Tg3 secondo questa vostra riforma dei tg. Perché?
Non è vero, Tg1 e Tg3 sono quelli che hanno ricevuto di più nel 2014. Abbiamo rifatto e digitalizzato gli studi e adesso ristrutturiamo anche le redazioni. Il nostro progetto non prevede annessioni. Non c’è una Crimea da conquistare: chi l’ha detto che il Tg1 ingloba il Tg2 e Rainews il Tg3?
E allora perché le assemblee dei giornalisti si ribellano?
Voi ci criticate sugli sprechi, e avete ragione, ma ci sono duplicazioni inutili. Noi vogliamo creare due gruppi d’informazione e ci saranno due direttori soltanto: alcuni protestano perché ci saranno meno poltrone da occupare. Funziona così in Spagna, Germania, Francia e Inghilterra, perché da noi dovrebbe venir meno il pluralismo? Ma le voglio far vedere questa fotografia che mi ha mandato un sindacalista di Snater.
Ci sono un mucchio di telecamere.
Esatto, è un evento di pochi giorni fa a Napoli. La Rai aveva sei troupe: questi sono sprechi e dunque sono doppioni. Voglio eliminare questo dispendio assurdo di denaro pubblico, vediamo chi si vuole confrontare costruttivamente e chi vuole esclusivamente conservare potere.
Quanti soldi sfuggono al controllo?
Dal primo giorno ho cercato di combattere le inefficienze. Ho visitato tutte le sedi regionali, me ne mancano tre o quattro. Ieri ho visto quella di Firenze, mi sembra molto grande: quegli spazi vanno sfruttati meglio.
La raccolta pubblicitaria di viale Mazzini, in questa crisi comune e continua, ha perso il 30% in 2 anni, fate sconti anche oltre il 90% agli inserzionisti, questo non altera il mercato e penalizza la Rai? È vero che Mediaset e Sky se ne lamentano?
Dopo otto anni di discesa, anche se di poco e anche se i segni più li vede solo Google, abbiamo registrato un +4%. Non comprendo le contestazioni di Mediaset e Sky: il Biscione ha molti clienti in esclusiva, il gruppo Murdoch è molto aggressivo e sta rubando quote proprio a Publitalia. Si chiama concorrenza.
Per Matteo Renzi non incontrare il dg di viale Mazzini è una nota di merito.
Aspetti, ha anche aggiunto che fa così anche per lasciarmi libero. Apprezzo. Io l’ho cercato una volta, e non ha accettato l’invito.
Riesce a parlare con il potente sottosegretario Luca Lotti, che dovrà riformare il servizio pubblico?
Una volta o due è capitato.
Che senso aveva per il bilancio statale quei 150 milioni di euro che vi hanno prelevato. Era una punizione?
Era un modo per far partecipare tutti alla copertura degli 80 euro, non penso fosse una punizione. L’importo l’ha stabilito il commissario Carlo Cottarelli.
Questa botta ai conti verrà attutita con la quotazione di Raiway e la cessione del 40%?
Me lo auguro. Anzi, spero che si faccia ancora meglio.
Rai3 supera poche volte il 4-5% in prima serata, Rai2 ha recuperato, è soddisfatto?
Rai2 era data per morta, e invece sta risalendo in fretta. Su Rai3 si deve lavorare, non sempre funzionano subito le novità, ma io mi fido di Andrea Vianello.
Prima di lasciare, farà nomine tra telegiornali e canali?
Mai dire mai. E poi mi piacerebbe completare la riorganizzazione dell’informazione e di conseguenza andrebbero indicati i due direttori.
Da Il Fatto Quotidiano del 20 settembre 2014