La manovra della Apple annessa a Songs of Innocence, continua a far discutere il web; l’impeto amorevole profuso “nel nome dei quattro” si infrange contro gli insulti in favore di una fantomatica libertà digitale. Dopo aver letto la qualunque, non è un azzardo sostenere che l’unica certezza stia nel fatto che le polemiche scaturite sono certamente la cosa peggiore dell’intera operazione.
L’iniziativa presentata al Keynote di Cupertino, a prescindere, ha paradossalmente oscurato il tredicesimo album di studio degli U2. Piaccia, oppure no, l’uscita di un disco della band dublinese meriterebbe sempre la dovuta attenzione.
E quindi, facciamo spazio.
Diciamolo subito e chiaramente, il disco è una schifezza! Le canzoni, anziché decollare, al terzo ascolto perdono brillantezza, rivelando la matrice inconsistente che le caratterizza: melodie fragili, timidi riff, vocalità eccessiva, testi improbabili; il tutto a margine di una produzione esageratamente ingorda. Vien da pensare che l’unica cosa innocente proposta, sia la nuance della tinta di Bono alla presentazione.
Non facciamola tanto lunga! Chi segue queste pagine conosce l’avversione di chi scrive per le recensioni musicali… piuttosto ragioniamo velocemente sui quattro! Nel corso della carriera non si sono fatti mancare nulla: gli slanci creativi attribuibili agli esordi dimostrano quanto fossero manifesti gli intenti; le folgorazioni della maturità svelano quanto fosse solido il progetto, mentre ora, il viale del tramonto, mostra inesorabile il declino.
Sorgono dunque un paio di domande: “Invece di regalare al mondo l’ennesima resurrezione mancata, non sarebbe stato meglio comunicare lo scioglimento della band“? Non era forse l’unico omaggio intelligente e onesto da offrire a chi li ha veramente amati? Ritenerli in grado di “ragionare” sotto mutate forme oltre ad aiutare la discussa integrità professionale acquisita negli ultimi anni avrebbe giovato a tutto il carrozzone musicale.
Ora, gettare interamente la croce sugli U2 non è corretto. Nel mondo del rock, sono diversi “coloro che da anni regalano soddisfazioni!” Medesima sorte, anzi peggiore, meriterebbe – ad esempio – Chris Martin con i suoi Coldplay, ancor più imbarazzanti nel nascondere la pervicace mancanza d’ispirazione: talmente ingombrante il fastidio generato ultimamente da rigettare anche i loro dischi migliori.
Vogliamo aprire una breve parentesi italiana? Meglio non esagerare, il rischio è di guastarsi lo stomaco: “Cosa Nostra” offre un carnet misero di spunti, suddiviso attualmente tra mentori cinici “che si chiamano fuori” e musicisti “in love” con autocelebrazioni plausibili e non.
Detto ciò e senza divagare più di tanto, viene da rileggere in altri termini la dipartita dei Rem, ricordate no? Stipe e soci, qualche tempo fa, decisero per il buen retiro, un’operazione, al tempo, osteggiata dal sottoscritto ma oggi compresa nella sua forma tardiva: della serie, “meglio tardi che mai!”
Cos’altro dire sulla questione?
Il solito dj qualunque vi consiglia fortemente “le 9 qui sotto” e chiosa su Cupertino, ritenendo che “Mamma Apple” ci abbia creato – o se preferite distrutto – molto tempo fa e non sarà certo il ritrovamento di Songs of Innocence nel nostro Iphone a stabilire nuovi e inquietanti orizzonti.
9 canzoni 9 … innocentemente colpevoli
Lato A
Twilight • U2
Shot by Both Side • Magazine
Hothouse • The Sound
No More Heroes • The Stranglers
Treason (Just a Story) • Teardrop Explodes
Lato B
Young Savage • Ultravox
No Rest • New Model Army
Digital • Joy Division
Colourless Dream • Sad Lover and Giants