I risultati dall’Istituto demoscopico Ixè per Agorà "puniscono" il presidente della Repubblica. L’esecutivo Renzi si attesta al 48%. Per quanto riguarda la fiducia nei leader, il premier mantiene saldo il primo posto, con il 50 per cento delle preferenze. Il 20 per cento per il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini e il leader del M5S Beppe Grillo
Dal 92 al 39% in tre anni. E’ la caduta dell’indice di popolarità del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’ultimo dato è quello delle rilevazioni del 17 settembre effettuate dall’istituto demoscopico Ixè per Agorà di Rai3. Nel giorno della sua seconda rielezione, il 20 aprile del 2013, secondo il sondaggio Swg sempre per Agorà, il gradimento del capo dello Stato era al 55%. L’inquilino del Quirinale ha quindi perso 16 punti percentuali, molti di più stando al sondaggio di Ipr marketing che a ottobre 2011 attestava il presidente al 92%.
Minimi storici confermati dal confronto con i primi sette anni al Colle di Napolitano. Un sondaggio di Ipsos, “Il bilancio del settennato del presidente Napolitano”, riporta gli indici di gradimento del Capo dello Stato prima della seconda elezione. La ricerca parte da ottobre 2006, con una fiducia al 79%. Stabili i due autunni successivi con il 78% e il 79%. A dicembre 2009 la fiducia è al 82%, quindi al 84% nell’ottobre 2010 per arrivare all’85% a ottobre 2011. Una rapida discesa a settembre 2012 che lo attesata al 74% di gradimento che sale di dieci punti percentuali alla fine del primo mandato, con l’84% di aprile 2013. Bastano pochi mesi perché Napolitano scenda di quesi trenta punti, a maggio del 2013 è al 55%.
I dati diffusi il 17 settembre da Agorà vengono dall’Osservatorio Politico Nazionale e analizzano le principali variazioni nelle intenzioni di voto dell’elettorato italiano, la fiducia nel governo e nei principali leader politici. L’esecutivo Renzi si attesta al 48%, in calo di un punto percentuale rispetto alla scorsa settimana. A fine giugno la fiducia nell’operato dell’esecutivo era del 53%. Resta immutato il consenso personale di Matteo Renzi, che riscuote molta o abbastanza fiducia da un italiano su due, e quella in Silvio Berlusconi, apprezzato dal 17% degli intervistati. Cresce invece leggermente la fiducia negli altri politici: Beppe Grillo è ora al 20% come Salvini e Alfano è al 13%.
Per quanto riguarda i partiti nel dettaglio, cala il gradimento del Partito democratico che perde oltre un punto e scende a quota 40,4% dal 41,5% dalla scorsa settimana. Migliora invece la situazione di Sel, che ritorna al 2,4% (+0,2). Incremento analogo per Scelta Civica, data allo 0,9%. Sommati assieme, i partiti di centrosinistra totalizzano il 43,7% dei suffragi, in calo di 0,7 punti rispetto alla rilevazione precedente.
Il centrodestra passa dal 30,7% al 31,4%, ossia a dieci punti di distacco dal Pd. Forza Italia si consolida sul 15,8% dei voti (+0,3), la Lega Nord si spinge al 7,9% (anch’essa +0,3), Fratelli D’Italia al 3,1% (+0,2), l’Udc al 2% (+0,1). Lieve flessione invece per il partito di Alfano, con il Nuovo Centrodestra stimato al 2,1% (-0,2). Altre sigle minori di un’ipotetica coalizione potrebbero, nell’insieme, raccogliere lo 0,5% dei consensi, invariati dalla settimana precedente.
Secondo Ixé sarebbe in salita di 0,4 punti il gradimento del MoVimento 5 stelle che avrebbe oggi il 20,5% dei consensi, mentre le rilevazioni dell’Istituto Swg del 16 settembre 2014 lo attestano al 19,9%. Se il M5S fosse sotto la soglia del 20 percento avrebbe perso 1,8 punti. Sulla differenza tra i due risultati Ixé precisa: “Non è da attribuire alla distanza di un giorno delle due rilevazioni, quanto a scelte – ci si augura non arbitrarie o per convenienza partitica – degli istituti di sondaggi, che in alcuni casi, come in questo, mostrano significative discrepanze tra loro”.