Scendono per le strade del quartiere Torpignattara, a Roma. Sono mamme e bambini, sono cittadini stanchi del degrado e dell’illegalità che dilagano nella zona, dove si susseguono episodi di violenza e criminalità. Una settimana fa, un uomo è stato ucciso in pieno giorno nel parco di Villa De Sanctis; giovedì scorso un ragazzo pakistano è morto ammazzato da un giovane, un minorenne di 17 anni residente nel quartiere. “Quello che è successo ha scosso molto la comunità pakistana – ha detto Ahmad Ejaz, rappresentante della comunità – non era una ragazzo violento, era solo disturbato, girava per il quartiere e ripeteva il Corano”. L’appello alle istituzioni, al Municipio e al Campidoglio quello di predisporre controlli da parte delle forze dell’ordine sulle strade, nei negozi, nelle abitazioni. “Il problema più grave – dice però un residente – è la presenza storica della grande criminalità organizzata: si alimenta l’odio verso gli immigrati per creare malessere e distrarre la popolazione e le istituzioni”. “Durante il corteo a seguito dell’omicidio del ragazzo pakistano – ha fatto notare il cittadino – abbiamo visto gli abitanti di più lunga residenza, rinchiudersi nelle case e chiudere le finestre: c’è un timore, c’è una paura anche ad esporsi” di Paola Mentuccia
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