Oltre seicento persone per ricordare la morte del diciottenne, ucciso il 25 settembre del 2005 durante un controllo di polizia. La madre: "Ora non abbiamo più obiettivi giudiziari: è il momento di abbassare i toni e trovare una soluzione politica"
“Quanto di bello Federico non ha potuto fare cercheremo di farlo noi, regalando alla città una iniziativa che contribuisce ad arricchire di pensieri e sentimenti”. Sono le parole del sindaco di Ferrara Tagliani, lette sul palco da Lino Aldrovandi. Inizia così il concerto “Musica per Federico“, che dopo nove anni dalla morte del diciottenne Aldrovandi si tiene nel centro di Ferrara. Davanti a una platea di circa seicento persone che nel corso delle ore si sono radunate in piazza Municipale, il padre di Federico ricorda che quella frase del sindaco deve servire da “deterrente ai violenti, a chi continua a dire impunemente e disgustosamente ‘se l’è cercata’”. Perché Federico “non era un eroe e mai e poi mai avrebbe voluto esserlo. Era solo un ragazzo di soli 18 anni con una vita davanti”.
E perché un altro 25 settembre non accada mai più “è necessario – aggiunge la madre, Patrizia Moretti -cercare una soluzione politica, vale a dire parlare di reato di tortura, numero identificativo per le forze dell’ordine, formazione del personale e cambiamento di quella cultura che ha portato alla morte di mio figlio e di tante altre persone i cui familiari sono qui oggi”. Ma ora, davanti alle centinaia di persone venute in piazza per ricordare Federico, è il momento di una seconda fase. “Non ci sono più obiettivi giudiziari da raggiungere – afferma la Moretti. – Ora il significato di questa vicenda diventa universale: per me, mamma di Federico, il ricordo è personale, dall’altro lato il significato della sua morte diventa collettivo. Ora è il momento di abbassare i toni, non parlo di dialogare con chi non vuole capire o con chi nega le verità accertate dalle sentenze, ma adesso è il momento di cercare una soluzione politica”.
Intanto sono le note a parlare. Quelle dei gruppi che hanno voluto partecipare a questo appuntamento. Mancano i Modena City Ramblers e Massimo Bubola, che hanno scritto canzoni dedicate alla tragica fine del ragazzo, ma ci sono la compagnia teatrale “I Vetrosi”, i Go-Koala, Francesco Motta (Criminal Jokers) e Andrea Ruggiero, i Nico Royale, Markone & The Dangerous Band, Gli Statuto e Lo Stato Sociale. E soprattutto Giorgio Canali & Rossofuoco. Il musicista, ex colonna dei Csi, che alla memoria del ragazzo ha dedicato un intero album, cerca di svegliare “questa città di merda” che per mesi non ha voluto accorgersi di quanto avvenuto in via Ippodromo. “Giorgio è il simbolo artistico della nostra battaglia – così lo annuncia Andrea Boldrini, uno dei migliori amici di Federico oggi cofondatore dell’associazione che porta il suo nome -; quando nessuno ci ascoltava lui è venuto da noi e fu il primo a darci sostegno”.
È il momento degli applausi. E dei ringraziamenti. Con Patrizia Moretti che affida l’ultimo saluto a parole semplici: “Mi piace pensare che Federico sia in mezzo a voi. Sicuramente sta vedendo questa piazza gremita di gente, sicuramente ha sentito queste sette ore di musica e poesia, sicuramente gli è piaciuto tutto. Si sarebbe proprio divertito, ringrazio tutti a nome suo”.