Lunedì, giorno in cui scadono i termini fissati dai giudici per il deposito delle nuove perizie disposte lo scorso 30 aprile con la riapertura del caso, si ritornerà a parlare, dopo averlo riprodotto sul computer, del percorso che fece l’ex studente bocconiano quando scoprì il cadavere della fidanzata Chiara Poggi
L’appuntamento è per lunedì all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Nella sede del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, in tarda mattinata, i periti nominati dalla Corte d’Assise d’appello di Milano e i consulenti di accusa, difesa e parte civile si confronteranno sugli esiti dell’esperimento virtuale con cui è stata riprodotta di nuovo la camminata di Alberto Stasi, imputato per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.
Lunedì, giorno in cui scadono i termini fissati dai giudici per il deposito delle nuove perizie disposte lo scorso 30 aprile con la riapertura del caso, si ritornerà a parlare, dopo averlo riprodotto sul computer, del percorso che fece l’ex studente bocconiano quando scoprì il cadavere della fidanzata. Accertamento, il cui risultato servirà per capire se sia possibile che sulle suole delle scarpe indossate quel giorno dall’ex studente bocconiano, e da lui consegnate agli inquirenti la mattina dopo il delitto, non sia rimasta alcuna traccia di sangue. L’esperimento, già effettuato in primo grado, è stato ripetuto al pc dopo che lo scorso giugno, con il laser scanner, per la prima volta sono stati misurati con la massima precisione gli interni della villetta di via Pascoli dove Chiara è stata assassinata. Interni riprodotti in tre dimensioni e sui quali, dopo essere state inserite le fotografie delle macchie di sangue sul pavimento scattate nell’imminenza del delitto, sono stati simulati i possibili percorsi ‘completi’ di Alberto – cinque anni fa non si era proceduto per due gradini e per la zona davanti alla porta che conduce alle scale su cui la giovane venne trovata – tenendo conto anche degli ingombri, degli stipiti e di quant’altro avrebbe incontrato mentre camminava. I risultati della sperimentazione via computer verranno incrociati con quelli degli esami medico legali – già pronti – che riguardano il processo di essiccamento delle macchie di sangue sulle suole. Sotto questo aspetto, da quel che si sa, le conclusioni deporrebbero per l’impossibilitò dell’assenza di tracce ematiche.
E mentre il deposito della perizia sulla camminata dovrebbe slittare di qualche giorno, per lunedì, entro i termini stabiliti, dovrebbero invece essere consegnati ai giudici milanesi i risultati degli accertamenti genetici, in particolare quelli sulle tracce di Dna maschile trovate sui frammenti delle unghie di Chiara che hanno portato a individuare solamente cinque marcatori, tutti, però, compatibili con quelli di Stasi.
A breve anche il sostituto procuratore generale Laura Barbaini dovrebbe depositare alle parti gli atti delle indagini integrative svolte nei mesi scorsi. Il pg, che per gli approfondimenti istruttori ha delegato i carabinieri di Vigevano e la Gdf di Milano, avrebbe, tra l’altro, individuato la marca, il modello e il numero, il 42 come quello di Stasi, delle scarpe con la suola a pallini le cui impronte sono state rinvenute sulla scena del delitto. Inoltre starebbe procedendo al confronto con le scarpe calzate dall’ex studente bocconiano in alcune foto in mano al pg, tra le quali ce ne sarebbe una su cui gli inquirenti e gli investigatori hanno concentrato l’attenzione in quanto, secondo indiscrezioni trapelate nella puntata di Quarto Grado, lo ritrarrebbe con un modello del tipo di scarpa identificato. A ciò si aggiungono, tra l’altro, le fotografie del braccio di Alberto con un paio di segni corredate dai verbali dei carabinieri che le scattarono e ulteriori accertamenti sul telefonino e sul pc sequestrati sette anni fa a Stasi che hanno lo scopo di rintracciare qualche sms, mms o e-mail mai individuati.