La decisione in un'ordinanza emessa venerdì 19 settembre. L'amministrazione 5 stelle tira un sospiro di sollievo anche se il timore ora è che il piano del governo di creare una rete di impianti per smaltire rifiuti da tutta Italia venga approvato
L’inceneritore di Parma non potrà bruciare rifiuti provenienti oltre i confini provinciali. È la pronuncia del Tar, che con un’ordinanza emessa venerdì 19 settembre ha bocciato il ricorso della multiutility Iren che chiedeva di annullare una diffida arrivata dalla Provincia sullo smaltimento di immondizia da fuori Parma. Il caso era scoppiato prima dell’estate, dopo varie denunce che segnalavano l’arrivo, nel forno di Ugozzolo, di camion carichi provenienti dall’autostrada. Un fatto che aveva immediatamente dato il via ai controlli della Provincia e del Comune di Parma, che avevano messo a guardia del forno agenti di polizia per verificare la situazione. Secondo quanto stabilito dal piano provinciale dei rifiuti e dall’autorizzazione del Polo ambientale, l’inceneritore di Parma infatti può smaltire esclusivamente residui provenienti dal territorio parmense, salvo disposizioni diverse dell’autorità. Per questo la Provincia aveva diffidato la multiutility Iren, vietando di “proseguire la gestione dell’impianto e del trattamento rifiuti in modo difforme da quanto autorizzato” e chiedendo di trasmettere una “relazione dettagliata sulla gestione dei rifiuti in ingresso al Paip”. La società di servizi si era opposta, ricorrendo al Tar per l’annullamento della diffida, mentre il Comune si era costituito in giudizio schierandosi dalla parte della Provincia. Venerdì il tribunale amministrativo ha dato ragione ai due enti pubblici, condannando Iren a pagare le spese legali e confermando quindi il divieto di smaltire rifiuti non prodotti nel territorio parmense nell’inceneritore di Ugozzolo.
Un divieto che per ora fa tirare un sospiro di sollievo all’amministrazione Cinque stelle di Parma e a Federico Pizzarotti, che dopo aver perso la battaglia contro il forno, si batte per “affamarlo” spingendo sull’aumento della raccolta differenziata, arrivata quasi al 70 per cento. Una strategia che per ora è salva, visto che l’impianto è sovradimensionato per il fabbisogno provinciale e quindi, stando così le cose, non potrà mai funzionare a pieno carico, visto che la quantità di rifiuti conferiti è destinata progressivamente a diminuire, ma che trema sotto la minaccia della rete integrata di inceneritori contemplata nel decreto Sblocca Italia del governo Renzi. Come anticipato dal fattoquotidiano.it, all’articolo 35 del provvedimento (Misure urgenti per l’individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali) si parla di inceneritori come opere strategiche per il territorio italiano promuovendo un “sistema integrato” di forni e la realizzazione di nuovi impianti per affrontare il problema rifiuti nel paese, portandolo all’autosufficienza.
Questo significa che il governo potrebbe autorizzare l’impianto di Parma a trattare rifiuti provenienti non solo da fuori provincia, ma perfino da altre regioni, come quelle del sud, che rispetto al nord Italia presentano più carenze nelle infrastrutture per smaltire l’immondizia. “Ci opporremo in tutte le sedi per far sì che non venga applicato lo scellerato articolo 35 del decreto Sblocca Italia voluto dal governo Renzi, che di fatto rende libera la circolazione dei rifiuti verso gli impianti che sono sovradimensionati come lo è attualmente e lo sarà sempre più in futuro quello di Parma – ha commentato l’assessore all’Ambiente di Parma, Gabriele Folli – La responsabilizzazione dei territori è un principio fondamentale per far sì che ogni amministrazione locale si impegni a raggiungere quei livelli minimi di raccolta differenziata che ci impone l’Europa e che Parma ha recentemente raggiunto. Tutto questo verrebbe meno se vi fosse una libera circolazione che andrebbe a favore solo dei gestori di questi impianti”.
Folli ha ricordato anche che l’impianto di Ugozzolo, osteggiato dai Cinque stelle sin da prima del loro insediamento in Comune, era stato presentato ai parmigiani come uno strumento utile e necessario “solo per il territorio”. “Ora questo continuo cambiare le carte in tavola, peraltro dallo stesso partito che ha governato Provincia, Regione e Stato – continua Folli, puntando il dito sul Partito democratico – non fa che confermare le posizioni ambigue del Pd rispetto al tema dei rifiuti. L’impianto di Parma è autorizzato solo per la Provincia e la recente sentenza del Tar in cui anche il Comune si è costituito in giudizio, deve essere rispettata indipendentemente dalle decisioni del governo”.