Giambattista Bufardeci, berlusconiano della prima ora, poi braccio destro di Gianfranco Micciché nell’avventura di Grande Sud, oggi riposizionato in maggioranza con il Centro Democratico di Tabacci, risulta ancora oggi indagato dalla procura di Palermo nella maxi inchiesta sulle spese pazze dei gruppi parlamentari all'Assemblea Regionale Siciliana
È stato indicato nel Consiglio di Giustizia Amministrativa, ma risulta ancora indagato per peculato. L’ultima ombra tra le nomine decise dal governo Renzi arriva dalla Sicilia, dove il governatore Rosario Crocetta ha designato due nuovi membri del Cga, il massimo organo di giustizia amministrativa operante sull’isola, con le stesse funzioni del Consiglio di Stato.
Dopo le dimissioni dell’assessore Mariarita Sgarlata, indicata dai renziani ma accusata dallo stesso Crocetta di avere costruito una piscina abusiva nella sua villa di Siracusa, e nonostante il bombardamento del Pd, il suo stesso partito che annuncia di voler mollare la maggioranza, Crocetta è riuscito ugualmente a fare nominare dal consiglio dei ministri due nomi a lui vicini come nuovi membri laici del Cga: Elisa Nuara, sua amica e in passato assessore al comune di Gela, e Giambattista Bufardeci, per tutti Titti, berlusconiano della prima ora, poi braccio destro di Gianfranco Micciché nell’avventura di Grande Sud, oggi riposizionato in maggioranza con il Centro Democratico di Tabacci. Solo che Titti Bufardeci risulta ancora oggi indagato dalla procura di Palermo per peculato, dato che è coinvolto nella maxi inchiesta sulle spese pazze dei gruppi parlamentari all’Assemblea Regionale Siciliana. Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Sergio Demontis hanno iscritto nel registro degli indagati 97 persone tra funzionari e parlamentari: tra questi anche Bufardeci, già assessore di Raffaele Lombardo e poi capogruppo di Grande Sud all’Ars fino al 2012.
Nell’invito a comparire spedito dagli inquirenti lo scorso febbraio si contestano all’ex deputato spese non giustificate per 62mila euro: nel dettaglio circa 20 mila euro sono stati spesi per “alberghi, ristoranti e altre spese non rendicontate”, 35.600 euro sono invece stati impegnati per le spese di un’automobile, una Ford Kuga intestata allo stesso Bufardeci, quasi diecimila euro (9.781,74) sono stati utilizzati per pagare i pranzi di deputati ed ex dipendenti del gruppo parlamentare alla buvette dell’Ars, mentre ammonta a 5.576 euro il costo di cellulari, carburante, viaggi, alberghi e perfino necrologi pubblicati sui giornali. Nella documentazione acquisita dagli uffici amministrativi del gruppo Grande Sud, i pm hanno trovato soltanto generici appunti, ma nessuna effettiva ricevuta fiscale: Bufardeci è quindi finito indagato per peculato. A giugno, anche la Corte dei Conti si è interessata alla vicenda, aprendo un’indagine per danno erariale contro lo stesso Bufardeci e tutti gli altri capigruppo della scorsa legislatura. L’indagine della magistratura contabile, sommata a quella dei pm della procura, non ha però minimamente influito sulla decisione del Consiglio dei Ministri presieduto da Matteo Renzi, che venerdì scorso ha raccolto l’indicazione del governo Crocetta, omaggiando Bufardeci di una poltrona al Cga: incarico che l’ex parlamentare manterrà per i prossimi sei anni. E mentre Bufardeci si occuperà di giustizia amministrativa, l’altra giustizia, quella penale, farà il suo corso per decidere se l’ex deputato si è macchiato di peculato o meno.