Milano si sgonfia alla terza giornata. Dopo il ko del Milan contro la Juventus, l’Inter conferma per il momento d’essere squadra di piccola taglia in trasferta non andando oltre l’1-1 a Palermo, campo sul quale non vince da tre stagioni. Secondo pareggio lontano da San Siro dopo l’esordio a Torino (sconfitto nell’altro posticipo dal sorprendente Verona, terzo in classifica) e già quattro punti di ritardo sulle battistrada annunciate alla vigilia. La sbornia per il 7-0 rifilato al Sassuolo passa in fretta, annacquata dalle fatiche di Europa League. È un ceffone quello che Vazquez assesta ai nerazzurri dopo meno di 200 secondi, approfittando di un clamoroso pasticcio di Vidic. La colonna della difesa nerazzurra s’incarta quando dovrebbe solo allontanare la palla dalla porta e finisce per regalarla all’attaccante rosanero che ringrazia e impacchetta il vantaggio, portando la gara dove vuole il Palermo.
Perché l’1-0 immediato dà tranquillità ai ragazzi di Iachini e permette di impostare un asfissiante pressing che tiene l’Inter alle corde per mezz’ora. I nerazzurri non solo non tirano mai in porta, ma non riescono anche a costruire una – dicasi una – azione degna di nota. Il centrocampo del Palermo strozza la manovra interista, insidiata da Dybala e Vazquez fin dai piedi di Ranocchia e Juan Jesus. E, compattandosi dietro la palla, c’è poco ossigeno anche per Nagatomo e D’Ambrosio sulle fasce. Guarin è lento, le punte statiche e solo Kovacic prova a creare superiorità numerica. Spesso però viene aggredito con le buone o con le cattive da Rigoni e Belotti, che s’incollano come francobolli alle sue caviglie.
Eppure basterebbe scuotere un po’ la difesa rosanero, portando fuori zona i centrali. Infatti alla prima esecuzione degna di nota – Icardi sale a cercare fortuna sulla trequarti – Guarin trova i tempi per il taglio e l’esecuzione, fuori di poco. L’orologio dice minuto 32. Tra Torino, la striminzita vittoria di Kiev e la prima mezz’ora del Renzo Barbera si potrebbe iniziare a pensare che l’Inter lontano da San Siro abbia difficoltà ad affermare la propria personalità, evidentemente ancora in cerca di conferme. Serve una corda alla quale attaccarsi per tirarsi fuori dalle sabbie mobili. La tende un tocco sbagliato di Osvaldo, la raccoglie Kovacic che trasforma l’errore in occasione. Il talento croato si ritrova il pallone tra i piedi appena fuori dall’area di rigore e non ci pensa due volte, trovando l’angolino alla sinistra di Sorrentino. È al terzo gol in cinque partite dopo il primo anno nerazzurro completamente a secco. La miccia è accesa.
Le gambe del generoso Palermo si fanno dure, l’Inter si scioglie e trova subito il raddoppio con Vidic (fuorigioco, giusto annullare). Nel secondo tempo, il centralone riscatterebbe la papera con l’assist per Icardi ma il guardialinee alza di nuovo la bandierina (molti dubbi). L’intensità dell’Inter aumenta, Guarin è volenteroso ma impreciso. Mazzarri spedisce in campo Dodò e Hernanes alla ricerca del secondo gol. Ma il Palermo torna nuovamente pericoloso dopo aver tirato il fiato nella parte centrale della partita e per due volte sfiora il nuovo vantaggio con Vazquez (traversa) e Dybala. Segna pure, con Belotti, ma il gioco è fermo per un fallo su Nagatomo (espulso Iachini per proteste). Non basta il tutto per tutto di Mazzarri con Palacio buttato nella mischia a far la sesta punta per un finale all’arrembaggio anarchico. È Sorrentino l’antidoto al veleno che Osvaldo inietta nella coda della partita con un colpo di testa sul quale il portiere palermitano è miracoloso. Il Barbera è ancora stregato, Juve e Roma già a quattro punti di distanza.
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