Se la situazione non si sblocca in Parlamento, “siano Luciano Violante e Donato Bruno a fare un passo indietro”. A scriverlo in una lettera indirizzata ai due candidati per la Corte costituzionale sono i deputati e senatori del Movimento 5 stelle. Tra le ragioni: “Il fatto che le Camere dalla riapertura dei lavori siano ancora impantanate nella scelta per la Consulta e per il Consiglio superiore della magistratura”. I grillini fino a questo momento si erano detti contrari “ad un accordo con i partiti” ed avevano dichiarato di non essere disponibili a votare altre persone che non fossero quelle proposte da loro. Negli ultimi giorni però c’è stata una piccola apertura a due condizioni: “Siano presentati nomi non politici ma tecnici e la coppia Violante-Bruno si ritiri”. Nelle prossime ore l’Aula dovrà esprimersi per la quattordicesima votazione. A rendere ancora più complessa la situazione è la notizia, resa nota da il Fatto Quotidiano, che il parlamentare di Forza Italia risulti indagato dalla procura di Isernia per un incarico da curatore fallimentare. Ma lui smentisce e continua a confermare la sua disponibilità: “Escludo qualsiasi tipo di condotta illecita posta in essere da me nella vicenda Ittierre. Ad oggi ribadisco che non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. E’ evidente che qualora ci fosse un provvedimento di rinvio a giudizio non avrei nessuna remora a prendere le opportune decisioni”.
In tanti, da destra a sinistra, speravano nel weekend perché il premier Matteo Renzi trovasse un accordo per altre due facce. Ma per il momento non sembra essere la scelta e i democratici fanno sapere di voler andare avanti con l’idea iniziale. Per questo i 5 Stelle hanno deciso di rivolgersi direttamente agli interessati: “Gentile onorevole, lei come è noto”, scrivono, “è uno dei candidati alla Consulta su cui non si è riuscito a raggiungere, in queste 13 votazioni, un numero congruo di voti con un conseguente spreco di risorse pubbliche e con un corposo numero di provvedimenti legislativi che ancora attendono di essere discussi e approvati dalle Camere. Lei riconoscerà l’importanza fondamentale che nell’ordinamento italiano riveste la Corte Costituzionale – scrivono ancora i capigruppo grillini Carinelli e Petrocelli – garante in ultimo delle libertà fondamentali dei cittadini, in quanto tribunale delle leggi e dei conflitti tra gli organi dello Stato. Le scriviamo, pertanto facendo ricorso al suo senso di responsabilità chiedendole di ritirare irrevocabilmente la Sua candidatura e togliendo in questo modo il Parlamento dall’impasse in cui si trova dall’inizio di settembre. Un suo passo indietro consentirebbe di sbloccare la situazione e agevolerebbe la proposta di nuovi nomi, magari maggiormente super-partes, e permetterebbe di affrontare i problemi reali che attanagliano il Paese”.
“Non è un corsa“, ha commentato la presidente della Camera Laura Boldrini a SkyTg24, “non è che dobbiamo arrivare primi. Dobbiamo arrivare al risultato. Se i gruppi parlamentari mi chiedono più tempo, non sarebbe oculato da parte mia non concederlo. Ho preso atto che i gruppi hanno bisogno di riflettere. Oggi è lunedì e io mi auguro che domani si possa addivenire a una conclusione. Stiamo svolgendo una funzione prevista dalla Costituzione, non stiamo perdendo tempo”.