Secondo il racconto di alcuni politici locali, i miliziani avrebbero fronteggiato l'esercito iracheno usando gas cloro e lanciando un'autobomba contro il loro quartier generale. Accuse al governo e agli alti militari da parte del deputato locale Ali al-Bedairy: "Hanno reagito con lentezza nonostante le richieste d'aiuto"
L’Isis è in possesso di armi chimiche e le ha usate, domenica, per uccidere 300 soldati iracheni a Saqlawiya, a nord di Falluja, in Iraq. La denuncia è arrivata da alcuni deputati della provincia di al-Anbar, nel nord-ovest del paese, che parlano di un attacco con armi al cloro. Dei 400 militari che fronteggiavano l’esercito di miliziani fedeli all’autoproclamato califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, soltanto un centinaio sono sopravvissuti. Tutti gli altri, dicono i politici locali, “sono morti per asfissia”.
Il raid chimico dei miliziani dello Stato Islamico sarebbe stato organizzato domenica 21 settembre. Secondo il deputato, Ali al-Bedairy, i terroristi “hanno usato per la prima volta gas cloro a Saqlawiya contro 400 soldati e hanno ucciso molti di loro asfissiandoli e facendo esplodere un’autobomba contro il loro quartier generale”. Il politico, poi, ha accusato il nuovo Primo Ministro e comandante in capo delle forze armate, Aidar al-Abadi, e il comandante delle operazioni militari nella provincia di al-Anbar, generale Rashid Fleihdi, di essere responsabili della morte dei 300 soldati in quanto avrebbero ignorato le loro richieste d’aiuto. “Hanno reagito con lentezza – ha dichiarato – nonostante le richieste di aiuto arrivate dai militari” che erano assediati dai jihadisti. Questo nuovo attacco dell’Isis, se verrà confermato, mette in guardia gli eserciti impegnati sul campo nella lotta all’autoproclamato califfato perché proverebbe per la prima volta che i miliziani di al-Baghdadi sono in possesso di armi chimiche.