L'attaccante su Twitter aveva preso in giro gli avversari del Manchester United e per questo è stato bersagliato da insulti come “scimmione”, “mangiatore di banane”. Parole che secondo la polizia inglese inneggiano all'odio razziale
Altro che parole in libertà su africani, banane e pedigree, pronunciate senza conseguenza dai padroni del nostro calcio. In Inghilterra sono bastate le medesime parole, postate da alcuni utenti come risposta a un tweet di Mario Balotelli, perché la polizia di Liverpool aprisse un’inchiesta per istigazione all’odio razziale, come confermato in mattinata da un portavoce. Balotelli, che su Twitter conta qualcosa come tre milioni di follower, domenica pomeriggio aveva postato la frase “Man Utd.. Lol” per deridere gli avversari che in vantaggio per 3-1 cadevano rovinosamente per 5-3 sul campo del Leicester. Al di là dell’opportunità del tweet, dato che il Liverpool il giorno prima ne aveva prese tre dal West Ham, il problema è che molte risposte sono presto tracimate nel puro odio razziale. Tra le migliaia di repliche non sono mancati insulti come “scimmione”, “mangiatore di banane” o “prenditi l’ebola”. Parole in libertà, che essendo state pronunciate in Inghilterra saranno però punite.
Why always me? Sembra profetica quella maglia sfoggiata da Balotelli dopo un gol con il Manchester City nella sua precedente esperienza inglese. Che si trovi al di qua o al di là della manica, il numero 45 si trova sempre sotto i riflettori, e se non è gossip spesso sono episodi di razzismo. Costantemente insultato in ogni stadio italiano, dove al massimo erano comminate multe generiche alle società o poco comprensibili squalifiche di interi settori, anche nel ritiro premondiale di Coverciano Balotelli si era sentito gridare contro “negro di merda” da tifosi della Nazionale. Quando invece andava bene, e si voleva celebrarlo come eroe, ecco che la stampa italiana non trovava niente di meglio che paragonarlo allo scimmione nero King Kong.
Una volta tornato in Inghilterra, resta il razzismo ma saranno ben diverse le conseguenze: gli esiti dell’inchiesta della polizia di Liverpool non si preannunciano leggeri. Solo negli ultimi due anni sono stati arrestati diversi tifosi (di Arsenal, Chelsea e Millwall i casi più clamorosi) per aver rivolto epiteti razzisti agli avversari all’interno degli impianti. E un tifoso del Liverpool e uno del Chelsea sono stati arrestati in flagranza di reato per avere fatto il gesto della scimmia. Anche il razzismo sui social network non è tollerato oltremanica: condannato a due mesi per istigazione all’odio razziale a un utente che si lasciò andare a considerazioni razziste dopo il caso Muamba. “Durante la stagione 2013-14 oltre il 50% delle segnalazioni per episodi di razzismo hanno riguardato i social network – spiegano da Kick It Out, gruppo contro la discriminazione razziale nel calcio molto attivo in Inghilterra – è ovvio che il fenomeno sia in continuo aumento perché più difficilmente controllabile, per questo chiediamo l’aiuto degli altri tifosi”.