Girare in bici non solo conviene, ma fa pure arricchire. In Italia aumenta la produzione di biciclette in Italia, così come cresce l’export e fioriscono attività che “ruotano” intorno a questo mezzo, dai servizi a domicilio alla produzione e vendita di accessori. La “bikenomics” cresce di importanza anche in Italia e di questo si è parlato sabato 20 settembre in un incontro del “Bike Pride” di Torino, evento che promuove la mobilità sostenibile e che ha portato quasi 40mila ciclisti al raduno. Quest’anno il titolo della rassegna è stato “Pedalare ti arricchisce”.
Come ha illustrato Barbara Barazza della Camera del Commercio di Torino usando i dati dell’Istat e dell’Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori (legata a Confindustria), nel 2013 la produzione di biciclette in Italia è salita del 22 per cento rispetto al 2012 (anno in cui gli italiani comprarono più bici che auto): gli esemplari realizzati sono stati più di 2,6 milioni. Questo dato positivo riporta l’Italia ai livelli del 2001 dopo anni di calo costante. Allo stesso tempo è aumentato il valore dell’export, salito del 33 per cento rispetto al 2012 per un totale di 191,5 milioni di euro entrati nelle casse delle aziende italiane e quasi due milioni di biciclette esportate. Barazza ha pure fornito delle stime circa le attività sorte a Torino e legate alla bikenomics: “Le imprese produttrici sono 22 e sta crescendo il settore delle riparazioni, le cosiddette ciclofficine”. In totale, stando sempre a queste stime, sono duecento le imprese operanti nel settore mentre gli addetti sono 500.
Interessanti pure i dati forniti da Francesca Rappocci, rappresentante dell’Oms, che ha illustrato i benefici dell’uso della bicicletta, sia in termini di salute, sia in termini di risparmio per il sistema sanitario: “La mancanza di attività fisica è dannosa tanto quanto il fumo. Muoversi è una supermedicina e bastano 150 minuti di attività a settimana, meno di mezzora al giorno, per ridurre i rischi di cancro”. Secondo uno studio l’uso della bicicletta ridurrebbe la mortalità del 16 per cento. Chi va regolarmente al lavoro in bici o a piedi ha un indice di massa corporea inferiore, cioè è meno grasso, e previene le malattie cardiovascolari, il diabete e altri problemi di salute: “Ha influssi importanti anche dal punto di vista economico: secondo uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet, prevenendo queste malattie in Gran Bretagna si potrebbero risparmiare 17 miliardi di sterline in venti anni”.
Stando ai dati della European Cyclists’ Federation resi noti una settimana fa dall’agenzia Adnkronos, in Europa usare la bicicletta genera un giro d’affari di 200 miliardi di euro all’anno, una cifra pari al Pil della Danimarca. Un business fiutato da molti giovani imprenditori, alcuni dei quali hanno esposto le loro invenzioni nel bar camp organizzato in occasione del “Bike pride” torinese. Dalla Campania arrivano le “Officine Rossobike” che permettono ai clienti di “creare” la propria bici personalizzata che verrà poi assemblata da artigiani. A Torino è nato “Mybiciclette.it”, sito di e-commerce per la vendita di accessori e abbigliamento per i ciclisti urbani. Ci sono poi “Sherlock”, l’antifurto che tramite gps e smartphone rintraccia il proprio mezzo nel caso in cui venga rubato o, ancora; e “Opossum”, la coperta che protegge dal freddo i bambini sul seggiolino quando vanno in giro coi genitori, senza contare i tanti servizi di consegna e vendita effettuati sulle due ruote.