Addio Peter Von Bagh. Il direttore artistico del Cinema Ritrovato di Bologna è morto a 71 anni circondato dai suoi cari 4 giorni fa ad Helsinki dove risiedeva. Critico e storico del cinema, appassionato e onnisciente cinefilo, insegnante, scrittore, regista, soggettista e perfino attore, Von Bagh aveva il raro dono di trasmettere il piacere della conoscenza cinematografica e storica come pochi altri addetti ai lavori del settore sanno fare. Bastava vederlo, nonostante la malattia lo avesse colto già da diversi anni, lì sull’enorme palco di Piazza Maggiore a Bologna fin dal 2001 per celebrare ogni sera il mito della settima arte con quello spigoloso e chiarissimo inglese dall’accento finlandese.
Bigger than life lo schermo del Cinema Ritrovato serale, e ancora più grande della vita la filosofia organica del cinema intesa da Von Bagh come un tutto logicamente omogeneo ma composto da mille eterogenee sfaccettature. Solo a Bologna dove cominciava a lavorare ad ogni autunno, iniziando i lavori per l’edizione del Cinema Ritrovato a venire, cominciando a spulciare negli archivi della Cineteca tesori dimenticati, aveva fatto capire che il grande titolo hollywoodiano faceva il paio con la gemma ungherese o indiana e che entrambe avevano lo statuto autorevole della proiezione storica davanti a migliaia di spettatori generici o anche solo dell’affollato tutto esaurito in una saletta da 100 posti del cinema Lumiere per maniaci cinefili.
La carriera del giovane critico inizia nel 1968 con una tesi su Vertigo di Alfred Hitchcock quando già da qualche mese dirigeva il Finnish Film Archive. Sempre di quegli anni le collaborazioni con quotidiani e riviste, tra cui Filmhullu, la più importante rivista di cinema finlandese, e poi a venire Positif e Film Comment. Un lavoro inesauribile tutto teso alla rilettura e riscoperta dei classici hollywoodiani, con ben più di una strizzatina d’occhio alla contemporaneità. L’amicizia sincera con il regista Aki Kaurismaki, e il fratello Mika, era qualcosa di più di una semplice complicità. Von Bagh, vuole la leggenda, scoprì Kaurismaki, poi ne ideaò il soggetto del celebre “Ho affittato un killer” (1990) diretto da Aki, infine apparve in tanti film firmati Kaurismaki come Nuvole in viaggio, Juha o ne L’uomo senza passato dove si travestì da volontario dell’esercito della salvezza.
Inoltre ben prima di lasciare l’impronta cinefila a Bologna, ecco nel 1986 la fondazione del Midnight Sun Film Festival a Sodankylä, paese della Lapponia dove in giugno quando usualmente si tiene il festival non tramonta mai il sole e le proiezioni, al buio, si susseguono per diversi giorni senza interruzione. Nell’anno della nascita arrivarono come ospiti Samuel Fuller, Jonathan Demme e Bertrand Tavernier, poi in quasi trent’anni sono passati tutti i più grandi da Dino Risi a Stanley Donen, da Roger Corman a Apichatpong Weerasethakul, da Sergio Sollima a Francis Ford Coppola. E per capire quanto il lavoro di Von Bagh portasse i frutti di una rete di appassionati e soprattutto competenti della settima arte, eccolo nel 2004 diventare giurato per sceglier la Palma d’Oro di Cannes (quell’anno andata a “Fahrenheit 9/11” di Michael Moore) assieme al presidente Quentin Tarantino, Emmanuelle Béart, Tilda Swinton, Kathleen Turner, Benoît Poelvoorde, Jerry Schatzberg e Tsui Hark. Instancabile, anche se sempre ben ponderata la regia di documentari tra cui Helsinki Forever (2008) e l’ultimo raffinato Sosialismi (2014).
“Possedeva molti talenti unici: aveva un rapporto carnale con il cinema e per questo aveva visto forse tutti i film, che aveva imparato a capire e conoscere con una profondità senza pari”, ha dichiarato in un comunicato la Cineteca di Bologna, “Era un uomo che possedeva una cultura sconfinata, ammirato da molti grandi cineasti, ma sempre sorretto da una semplicità e da un’ironia giocosa che lo rendevano disponibile alle imprese giuste e per questo spesso impossibili. La sua scomparsa è una perdita enorme per la comunità internazionale degli amanti del cinema”.