Un addio tutt’altro che in sordina. Raffaele Bonanni ha confermato mercoledì pomeriggio, in una riunione della segreteria informalmente allargata anche ai leader di tutte le categorie e del territorio, le proprie dimissioni dal vertice della Cisl dopo otto anni. Una decisione, quella di andarsene prima della scadenza di giugno 2015, “meditata profondamente” e presa, ha detto Bonanni ai suoi, “non perché siano mancati fiducia e consenso”, ma per accelerare l’avvio di “una discussione aperta” sul rinnovamento interno “non solo per salvaguardare la Cisl ma tutto il Paese in un momento in cui sta saltando tutto”. “Piena unità interna” anche sulla designazione di Annamaria Furlan per la successione. Ma le cortesie si sono fermate qui: subito dopo, in due interviste a SkyTg24 e Radio Capital, il segretario uscente ha ribattuto punto per punto a sospetti e veleni circolati nelle ultime ore sulle sue retribuzioni e la sua futura pensione.
La prima precisazione è indirizzata al premier Matteo Renzi: “Non lascio la guida della Cisl a causa dell’articolo 18, ma con Renzi finisce l’autorevolezza del potere politico, perché rinuncia al dialogo. Non c’è un governo di destra e di sinistra in Europa che non pratichi il dialogo sociale”. Quanto all’assegno previdenziale che gli spetterà una volta lasciata la poltrona, Bonanni ha garantito al giornalista che lo intervistava: “Dopo 47 anni di contribuzione non prenderò nemmeno quello che prende il suo caporedattore”. I veleni sulla supposta “pensione d’oro” di 4.500 euro? “Li prende anche il dirigente della più piccola azienda d’Italia. Ho versato contributi per 47 anni ed ho lavorato sempre ai vertici: credo che anche io possa pretendere una pensione molto, ma molto, ma moltissimo inferiore ad altri che la possono criticare”.
Alla riunione in via Po con i vertici della Cisl Bonanni è arrivato con Annamaria Furlan, la sindacalista designata alla successione, nominata segretario generale aggiunto lo scorso giugno. La segreteria allargata della Cisl, che ha raccolto le dimissioni, ha stabilito la data dell’8 ottobre per il consiglio generale che dovrà eleggere il nuovo segretario generale della confederazione e la nuova segreteria.