La nuova formazione, nata solo un anno fa da Al Qaeda, è formata da circa 5 mila terroristi ed è esperta in fabbricazione di esplosivi da nascondere all'interno di mezzi e edifici. Il leader dell'organizzazione, Muhsin al-Fadhili, era uno dei più importanti membri del movimento terroristico guidato da Osama bin Laden
Una neonata formazione di 5 mila uomini, provenienti da tutti i paesi del Medio Oriente e dell’Asia meridionale ed esperti veterani jihadisti, che ha un solo obiettivo: colpire l’Occidente. Khorasan è il nuovo gruppo che minaccia gli Stati Uniti e l’Europa. Per questo gli aerei statunitensi, durante la seconda notte di raid in Siria, hanno individuato e bombardato le basi logistiche dell’organizzazione nata solo un anno fa. “Una minaccia ai nostri paesi ben più concreta dell’Isis”, fanno sapere fonti dell’intelligence americana, visto che stavano progettando attacchi agli Usa e ad alcuni paesi europei.
Un movimento che vuole distruggere l’Occidente
Il gruppo guidato da Muhsin al-Fadhili nasce come costola di Al Qaeda proprio con lo scopo di sferrare attacchi a obiettivi occidentali, utilizzando la conoscenza dei loro esperti in materia di ordigni nascosti in aerei e palazzi. Proprio con queste modalità, fanno sapere i servizi segreti americani, i jihadisti stavano progettando un imminente attacco agli Stati Uniti. “Volevano mettere bombe nascoste dentro gli aerei”, riporta la Cnn citando fonti dell’agenzia d’intelligence Usa. Il tenente William Mayville, dello Stato maggiore congiunto, ha aggiunto che nell’occhio di Khorasan “c’erano anche alcuni paesi europei”. La formazione di combattenti ha le sue basi nei territori occupati dai ribelli in Siria, ma non è interessata a portare avanti una lotta contro il regime di Bashar al-Assad, bensì a intercettare i foreign fighters che si arruolano con i gruppi jihadisti e, finita la loro “missione”, torneranno nei paesi d’origine come infiltrati.
Il leader 33enne braccio destro di bin Laden
Gli investigatori Usa hanno individuato Muhsin al-Fadhili, 33 anni originario del Kuwait, come vertice del gruppo. L’uomo ha vissuto in Afghanistan e Iran prima di arrivare, appunto, in Siria. Durante la sua militanza nel paese centroasiatico, lo jihadista era diventato uno dei comandanti più importanti del gruppo terroristico guidato da Osama bin Laden, tanto da essere uno dei pochi a sapere dell’attentato a Times Square e al Pentagono prima dell’11 settembre 2001. Del nuovo leader fondamentalista che minaccia l’Occidente si conosce ancora poco. Dopo l’attentato all’America è fuggito dal paese, braccato dai militari statunitensi, rifugiandosi in Iran per alcuni anni. Infine, si è di nuovo spostato verso la Siria continuando la lotta di AlQaeda con il Fronte al-Nusra, la cellula qaedista che combatte il regime siriano. Dopo i primi raid americani nei territori occupati dai ribelli, sui profili social dei sostenitori della jihad sono circolate voci riguardo alla sua morte a causa dei bombardamenti. La notizia, però, non è stata confermata né dai jihadisti, né dagli Stati Uniti. Si ipotizza che l’informazione sia circolata per permettere al leader dei combattenti di fuggire in una zona più sicura senza essere braccato.
“Lupi solitari” e foreign fighters le armi dell’Isis
La grande attenzione mediatica catturata dalle atrocità e dalle minacce commesse dai miliziani dello Stato Islamico ha distolto l’attenzione dai gruppi che, per la sicurezza occidentale, sono altrettanto pericolosi. L’Isis basa la sua forza su un’organizzazione prettamente territoriale, che ha come segreto quello di essersi ritagliata una fetta di territorio all’interno del quale esercita un vero e proprio controllo politico e amministrativo sulla popolazione e le tribù che lo occupano. Una caratterizzazione che, però, non lascia, almeno nell’immediato, spazio a un’espansione in Occidente. L’Isis, in questo momento, può diventare pericoloso per l’Occidente grazie ai cosiddetti “lupi solitari” e ai foreign fighters, che oggi sono stimati in 3 mila soggetti. I primi sono tutti quei soggetti che vivono in paesi occidentali ma che hanno sposato la causa dello Stato Islamico. Piccolissime unità che il califfo e i suoi seguaci invitano a commettere atti dimostrativi che infondano terrore nella civiltà occidentale. Queste formazioni potrebbero aumentare di numero una volta che i combattenti stranieri partiti per Siria e Iraq rientreranno nei loro paesi.
Khorasan, la cellula di Al Qaeda che ne ricalca la struttura
Diversa è, invece, l’organizzazione di Al Qaeda e, quindi, del gruppo Khorasan. Da sempre, il movimento terroristico guidato dal dottore egiziano, Ayman al-Zawahiri, non si presenta come una struttura centralizzata, bensì come una ramificazione di cellule sparse per tutto il Medio Oriente, l’Asia centrale e meridionale, l’Africa e con basi anche in Europa e Stati Uniti. Ogni gruppo distaccato agisce secondo la linea comune portata avanti dai leader del movimento, anche se si organizza localmente. Su questo esempio si fonda e sviluppa, in quanto costola di Al Qaeda, anche il gruppo Khorasan, che ha tra i suoi ranghi combattenti provenienti da diverse aree del Medio Oriente e che si pone come obiettivo primario quello di sferrare attacchi verso l’Occidente.