Raccontare la scienza come un romanzo e farla diventare “pop” è ciò che si propone di fare la Commissione europea con una notte bianca della scienza durante la quale i più importanti laboratori apriranno eccezionalmente le porte al pubblico. Il fisico Giovanni Mazzitelli: “Lo spirito di questa Notte è avvicinare i cittadini ai ricercatori e ai luoghi in cui la scienza viene fatta, per raccontare la vita e il lavoro quotidiano dello scienziato"
Albert Einstein era solito paragonare la ricerca a un romanzo giallo, e il mestiere dello scienziato a quello di un investigatore che deve scovare l’assassino, rappresentato dalla Natura e le sue leggi. Raccontare la scienza come un romanzo e farla diventare “pop” è ciò che si propone di fare la Commissione europea con la “Notte europea dei ricercatori”. Una notte bianca della scienza, il 26 settembre, durante la quale in 300 città del Vecchio continente i più importanti laboratori apriranno eccezionalmente le porte al pubblico (a questo link una mappa delle iniziative nei vari Paesi).
Nona edizione, l’Italia organizza oltre 300 eventi da Bolzano a Catania. Giunta alla nona edizione, la manifestazione è un’occasione d’incontro tra ricercatori e cittadini, che potranno confrontarsi in modo informale e divertente in piazze, teatri, vicoli e corridoi dei laboratori. E scambiarsi dubbi e curiosità, attraverso esperimenti e dimostrazioni scientifiche dal vivo, mostre e visite guidate, conferenze e seminari, spettacoli e concerti. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di eventi in programma, oltre 300, riuniti in cinque grandi progetti divulgativi finanziati dalla Commissione europea – Dreams, Luna 2014, Sharper, Party don’t stop e Tracks -, che coinvolgeranno complessivamente 22 città, da Bolzano a Catania.
“Lo spirito di questa Notte è avvicinare i cittadini ai ricercatori e ai luoghi in cui la scienza viene fatta, per raccontare la vita e il lavoro quotidiano dello scienziato – afferma Giovanni Mazzitelli, fisico e presidente dell’Associazione Frascati scienza, tra i principali organizzatori della manifestazione italiana -. Un’iniziativa sempre più necessaria, se si considera che l’Italia, secondo l’Annuario Scienza, tecnologia e società 2014 di Observa, è agli ultimi posti in Europa per scolarizzazione scientifica sotto i 30 anni, ha il primato negativo dei docenti universitari con meno di 40 anni, solo il 12% contro quasi la metà della Germania, e pochi ricercatori, 4,3 ogni mille occupati contro una media europea di 7. Pochi ma validi – sottolinea Mazzitelli -, visto che siamo al quarto posto per progetti di ricerca finanziati con fondi europei e all’ottavo nel mondo per articoli scientifici pubblicati. Il rapporto di Observa sottolinea anche come il rapporto diretto coi ricercatori migliori la scolarizzazione scientifica. La scienza, infatti – spiega il fisico – è uno dei modi per uscire dalla crisi e l’Europa lo sa bene, avendo investito in ricerca e innovazione, a partire dal 2014 e per i prossimi sette anni, 80 miliardi di euro con il programma quadro Horizon 2020”.
Dal cibo spaziale al reattore nucleare sperimentale. Studenti e cittadini di tutte le età avranno solo l’imbarazzo della scelta e potranno orientarsi tra numerosi eventi che toccano svariati campi del sapere. Sarà, ad esempio, possibile mangiare come un astronauta, per festeggiare i 50 anni dell’Agenzia spaziale europea (Esa), al centro Esa/Esrin di Frascati. Per l’occasione, i partecipanti potranno assaggiare, e anche acquistare, vero cibo spaziale, come le barrette di Spirulina e Goji preparate appositamente per la missione “Futura”, che il prossimo 30 novembre lancerà verso la Stazione spaziale internazionale (Iss) la prima astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. Oltre ad assaggiarne il cibo, chi lo vorrà potrà anche vestire i panni dell’astronauta. Grazie all’Agenzia spaziale italiana (Asi) e alla sezione italiana della British interplanetary society, sarà infatti possibile sperimentare, all’interno della nuova sede romana dell’Asi, per la prima volta aperta al pubblico, il funzionamento di rover come quelli marziani e la costruzione e il lancio di razzi. Oppure, mettersi alla prova con simulatori di volo spaziale per agganciarsi all’Iss, fino a provare un vero e proprio allunaggio con esplorazione del nostro satellite.
Agli appassionati di storia e tecnologia nel corso della notte sarà offerta l’opportunità, grazie al contributo del Museo storico della comunicazione, di sperimentare in diverse sedi una comunicazione criptata attraverso la famosa macchina “Enigma”, utilizzata dai nazisti per inviare messaggi in codice e la cui decifrazione, grazie al genio matematico di Alan Turing, contribuì alla vittoria degli Alleati nel Secondo conflitto mondiale. Sarà inoltre possibile visitare, presso il centro di ricerca Enea di Casaccia alle porte di Roma, che per la prima volta aderisce alla notte bianca, un reattore nucleare sperimentale, un laboratorio per la simulazione dei terremoti e un impianto per la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica, una delle scommesse della cosiddetta geoingegneria per contrastare il riscaldamento globale.
I 60 anni del Cern e i 450 anni dalla nascita di Galileo. Le manifestazioni di quest’anno s’intrecciano, infine, con due importanti compleanni, che saranno ricordati in molti eventi su tutto il territorio nazionale. Da una parte, la nascita del Cern (Centro europeo di ricerche nucleari) di Ginevra, il più grande laboratorio di fisica delle particelle del mondo, che fu inaugurato il 29 settembre di 60 anni fa. E, dall’altra, i 450 anni dalla nascita di Galileo, padre della scienza moderna, il primo a insegnare allo scienziato/investigatore come scovare l’assassino che si nasconde nelle leggi della Natura attraverso il metodo sperimentale, lo stesso che ha portato alla scoperta, nel 2012, proprio al Cern di uno dei principali indiziati, il bosone di Higgs.