Equitalia rischia un largo “esubero di personale” in vista del passaggio di responsabilità della riscossione dei tributi locali dalla società ai Comuni. Non solo: Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, che della società è azionista di maggioranza con il 51%, teme anche che trasferendo il compito agli enti locali le operazioni finiscano per “costare di più” e “non essere efficaci“. Orlandi ha lanciato l’allarme sui livelli occupazionali a margine di un’audizione in commissione bicamerale sul federalismo fiscale. “L’esclusione del gruppo dall’area del recupero delle entrate locali genera una significativa eccedenza di personale. Serve una valutazione politica”, ha detto. Più in generale c’è bisogno di “un serio ripensamento della struttura complessiva, perché sappiamo che dal primo gennaio 2015 non la fa più Equitalia (la riscossione, ndr), ma ad oggi stiamo aspettando di sapere chi la fa. Speriamo che la legge delega faccia chiarezza”.
Il dl 70 del 2011, noto come decreto Sviluppo, prevedeva che dall’1 gennaio 2012 la riscossione dei tributi locali non sarebbe più stata competenza di società pubbliche, bensì degli enti stessi. Il provvedimento è stato, però, rinviato fino al termine del 31 dicembre 2014. Dal prossimo anno quindi Equitalia, che occupa circa 2.500 dipendenti ed è fresca di nomina del nuovo presidente, sarà sollevata dal compito di riscuotere le tasse per conto dei Comuni. E, in questa prospettiva, l’esubero di personale non è l’unico aspetto che preoccupa il direttore dell’Agenzia delle Entrate. Che auspica che “ogni cambiamento assicuri continuità nella riscossione, attraverso una disciplina chiara”. Il primo aspetto su cui ci si deve concentrare, prosegue Orlandi, riguarda la “corretta riallocazione” delle risorse materiali e amministrative che fino ad oggi si occupavano della riscossione, così da garantire equilibrati livelli di servizio e occupazionali. Il timore è che le operazioni “così frazionate costino di più e non siano efficaci“, per questo serve una valutazione attenta.
Orlandi si sofferma anche sul tema della lotta all’evasione fiscale: “Stiamo facendo il nostro lavoro come sempre, non abbiamo segni di criticità nonostante le difficoltà finanziarie e le problematiche normative non aiutino”. Il direttore si auspica di arrivare a “un paese normale” con livelli “fisiologici” di evasione.