Non ho voluto imporre il mio personale punto di vista sulla questione (personalmente sono favorevolissimo a questa candidatura e tifo per la sua vittoria), ma raccontare, attraverso voci e numeri, la realtà di quel territorio, lasciando poi ai lettori il compito di farsi un’idea e di dare un giudizio.
Ora, com’è naturale, in città l’articolo ha suscitato un po’ di dibattito. Anche perché negli stessi giorni anche Gian Antonio Stella si è occupato di Matera, su il Corriere della Sera. Si è levata – dopo molto silenzio dei mesi scorsi, per la verità – la voce di Mirella Liuzzi, deputata Cinque Stelle materana, che prende spunto dal mio articolo per fare considerazioni molto critiche sulla candidatura e sulla classe dirigente della città. Legittime considerazioni, anche se continuo a pensare che il percorso dovrebbe essere contrario: non i giornali ad attivare il dibattito politico, ma caso mai il contrario….
Poi c’è il sito Materatown.net che pubblica uno stralcio del mio articolo (solo quello in cui si parla degli aspetti critici…) e scatena il dibattito nei commenti, che danno tutti un po’ per scontato che l’articolo sia una critica alla candidatura, quando in realtà, basta leggerlo, così non è. Uno dei lettori giustamente mi tira le orecchie per aver scritto “materese”, a proposito della signora Maria citata nel pezzo, quando tutti sanno (me compreso) che gli abitanti di Matera si chiamano Materani.
Poi arriva Il Quotidiano della Basilicata, che a commento del mio articolo, ne pubblica uno in cui mi sfotte per la “gaffe” sulla definizione degli abitanti e stigmatizza il titolo scelto “La città senza treni, vuol volare in Europa“. E qua mi tocca replicare.
Ho trovato assai singolare che, per criticare il mio articolo, l’autore, Pietro Quarto, prenda in considerazione solo il titolo che, com’è noto,viene fatto dalla redazione e non certo dall’estensore dell’articolo (soprattutto nel mio caso, visto che sono un esterno). L’autore si dedica a una lunga “replica” senza assolutamente considerare il contenuto dell’articolo.
Dice che il titolo “non fa emergere il lavoro, il percorso e le risorse a disposizione”. Ora, il titolo magari no, ma l’articolo fa emergere esattamente tutto questo, con numeri, virgolettati e informazioni.
Poi Quarto si dedica a confutare l’affermazione di “città senza treni” del titolo, facendo lunghe considerazioni sul tema infrastrutturale, mentre io nel pezzo faccio solo fuggevolmente cenno alla questione, rimarcando solo che a fronte di tale gap, c’è un progetto che punta in alto (all’Europa nel senso più lato, quindi all’innovazione, alla cultura ecc.). Tutta la pagina fa emergere proprio quello che l’autore nell’articolo considera fondamentale, vale a dire la famosa “scommessa su cultura e turismo“. Certo, ho dato voce anche a chi la pensa diversamente. Lo ripeto: fare i giornalisti, soprattutto quando ci si avvicina a una realtà che non si conosce a fondo, è proprio questo: sentire tutte le “campane”, lasciare poi al lettore la possibilità di farsi un’idea, fornendo tutti gli elementi, senza imporre il proprio punto di vista.
Peraltro l’accusa che mi muove, quella di aver fatto un titolo forzato che non rende giustizia del contenuto dell’articolo, la potrei muovere anche al Quotidiano della Basilicata, visto che il titolo parla di “gaffe del Fatto Quotidiano“, quando casomai la gaffe – o meglio, l’imprecisione toponomastica – è solo mia responsabilità e quando, nell’articolo, poi si parla d’altro.
Ne approfitto per scusarmi dell’imprecisione nel definire i Materani: la sostanza non cambia, la signora Maria è una smagliante rappresentante di quella splendida città.