Torna alla carica l'avvocato ex parlamentare che sostenne la versione del leader di Fi alla Camera: "Assoluzione in appello perché la corte ha riconosciuto la mia tesi". Oggi in aula per la difesa di Fede al Ruby bis
L’avvocato ed ex parlamentare Maurizio Paniz torna alla carica sulla storia di Ruby “nipote di Mubarak“, cardine della vicenda delle “cene eleganti” in casa Berlusconi. La “mia tesi” portata in Parlamento e che sosteneva che Silvio Berlusconi “avesse la consapevolezza” di una parentela tra Ruby e l’ex presidente egiziano Mubarak – ha detto ai giornalisti l’avvocato oggi a Palazzo di giustizia di Milano per il processo Ruby bis – “è stata valutata probabilmente anche dalla Corte d’Appello” di Milano che, lo scorso 18 luglio, ha assolto l’ex premier dalle accuse di concussione e prostituzione minorile.
Paniz si è presentato in tribunale come legale del giornalista Emilio Fede, imputato nel processo d’appello cosiddetto ‘Ruby bis’ insieme a Nicole Minetti e Lele Mora, accusati di aver favorito la prostituzione organizzando il giro di ragazze che animavano le serate di Arcore. Paniz ha sottolineato che ritiene “giusta” la sentenza di assoluzione per Berlusconi, perché “io già l’avevo dichiarato in lungo e in largo e quanto detto da me in Parlamento è stato sostenuto anche dall’avvocato Coppi nella sua arringa e la Corte d’Appello l’avrà valutato”. La differenza, ha aggiunto, “la fa la lettura delle carte processuali, altri parlavano senza neanche averle lette”.
L’assoluzione del leader di Forza Italia, però, secondo Paniz, “non cambia nulla rispetto al processo” d’appello nel quale sono imputati Fede, Minetti e Mora, che riprende oggi con la lettura da parte dei giudici della relazione (la requisitoria del pg è fissata per il 10 ottobre). “Sono ipotesi di reato svincolate – ha aggiunto l’avvocato – anzi dovremo essere più bravi perché l’accusa potrebbe cercare di correggere il tiro e potrebbe sviscerare alcuni spunti che magari aveva trascurato”. Paniz ha concluso spiegando di essere convinto della “assoluta innocenza del dottor Fede”.