Il testa a testa prosegue: Juventus e Roma continuano a vincere e a lanciarsi il guanto di sfida per quella che, verosimilmente, sarà fino alla fine la lotta scudetto. I bianconeri asfaltano in casa il Cesena per 3-0, la Roma passa a fatica sull’ostico campo del Parma. E dopo quattro giornate sono lì, entrambe a punteggio pieno. Dietro, un trio inedito: l’Inter, che batte la bestia nera Atalanta senza brillare, è la milanese che esce meglio dal turno, caratterizzato dall’impegno infrasettimanale. Al suo fianco, la Sampdoria di Mihajlovic (2-1 al Chievo) e l’Hellas Verona che impatta in casa 2-2 contro il Genoa (ma di rimonta, è un punto guadagnato). In attesa dell’Udinese, che potrebbe salire addirittura al secondo dovesse vincere all’Olimpico contro la Lazio, frena il Milan nell’anticipo, insieme a Napoli (sempre più in crisi, 3-3 in casa col Palermo) e Fiorentina (ancora in astinenza da gol). In coda, il Torino vince lo “spareggio” della disperazione contro il Cagliari e mette nei guai Zeman.
Il buono – Più che calcio, sembra quasi ciclismo su pista: una gara d’inseguimento, con le due rivali che spingono a tutta, si rincorrono a distanza, si osservano. E nessuno molla un centimetro. Così fan Juventus e Roma: è una corsa a due che ha già monopolizzato il campionato. Da una parte i bianconeri, che non hanno perso la loro forza come si temeva (o sperava, a seconda dei punti di vista) dopo l’addio di Antonio Conte: rispetto all’anno scorso vincono con facilità ancor più disarmante, senza quella voracità tipica della squadra di Conte che ogni tanto poteva trasformarsi in affanno. Dall’altra però c’è la Roma, che gioca un calcio stellare: e quando scende di tono, trova la soluzione del campione, come la gran punizione di Pjanic a due minuti dalla fine. E così la sfida prosegue. Sempre a distanza, ma ancora per poco. Fra due giornate si troveranno di fronte per il primo scontro diretto, a Torino. E allora i valori di forza cominceranno a delinearsi.
Il brutto – Il calcio secondo Zdenek Zeman è spettacolo allo stato puro. Se funziona. Quando però le cose non vanno, di divertente c’è ben poco: gol subiti a raffica, squadra sbilanciata in avanti, preda delle ripartenze avversarie e vittima dei propri errori. È il ritratto del Cagliari in queste prime quattro giornate di campionato: un solo punto all’attivo, nonostante un calendario abbastanza agevole che, trasferta a Roma a parte, ha riservato tre scontri salvezza con Sassuolo, Atalanta e Torino. Di cui due, in casa, persi. La sconfitta di oggi contro il Torino vale l’ultimo posto in classifica in solitaria. E i primi malumori in terra sarda, dove Zeman era stato accolto con entusiasmo. Il tecnico boema dovrà addrizzare la rotta: impossibile chiedergli di rivedere il suo credo tattico, ma urgono miglioramenti. Altrimenti la sua avventura potrebbe non avere vita lunga.
Ma se la difesa del Cagliari fa acqua, ancora più brutte da vedere sono quelle di Milan e Napoli. I rossoneri dall’inizio del torneo hanno subito addirittura otto reti (solo il Parma delle mille assenze e cessioni ha fatto peggio), e nell’anticipo di Empoli per 40 minuti sono stati in balia di una neopromossa: Bonera e Zapata hanno sciorinato tutto il campionario di ciò che un difensore non dovrebbe fare mai. E il Napoli, che continua a non vincere e si fa rimontare due gol in casa dal Palermo, è ormai ufficialmente in crisi.
Il cattivo – La malasorte perseguita la Fiorentina. Lo 0-0 col Sassuolo è finito tra i fischi del pubblico toscano. Ma davvero qualche dio deve avercela con i viola. Dopo l’ennesimo infortunio al ginocchio di Giuseppe Rossi, Montella ha dovuto rinunciare a Mario Gomez per un altro mese: la coppia gol che avrebbe dovuto far sognare Firenze per il secondo anno di fila è ferma ai box. Così l’aeroplanino deve affidarsi ai giovani, a cui però non si può chiedere di essere subito decisivi. E nelle occasioni che la squadra riesce comunque a creare, c’è sempre un palo o un miracolo del portiere avversario a dire di no. Ma è la dura legge del gol: senza attaccanti è più difficile segnare. E senza segnare la classifica non si muove.
Per il resto, il vero protagonista di questa quarta giornata di campionato è il calendario. Crudele, non concede tregua ad allenatori e giocatori. Il turno infrasettimanale spreme le rose, rivoluziona le formazioni, ribalta i pronostici. E lo spettacolo, inevitabilmente, ci rimette. Ad inizio secondo tempo l’Inter era in evidente difficoltà fisica contro l’Atalanta; la Juventus ha tirato i remi in barca sul 2-0, con il Cesena che proprio non ne aveva per provare a mettere in discussione il punteggio. Mentre la Roma a Parma non è riuscita ad esprimersi sui suoi livelli abituali. Colpa dell’avversario, o della fatica? Ci si lamenta tanto degli impegni in Europa. Ma poi ogni anno la Lega calcio ripropone qualche turno infrasettimanale. E nessuno dice nulla.