Cronache fedeli e interviste, come quella a Piero Orlandi, fratello di Emanuela e a Metella, la figlia di Domenico Quirico: la giornalista e criminologa romana racconta vicende di "identità interrotte, attese incolmabili e senza fine", analizzando, attraverso l'intervento del giudice Ferdinando Imposimato, le fasi critiche dei sequestri di persona
I numeri non mentono e, a colpire, è proprio la loro verità. Scoprire come dal 1974 al giorno d’oggi siano quasi 30.000 le persone scomparse in Italia (fra italiani e stranieri), non può certo lasciare indifferenti; soprattutto se a sottolinearlo è Isabella Pascucci, giornalista romana e criminologa, nonché oggi autrice del libro-inchiesta Storie sospese – Cronache di scomparse, di attese e di non ritorni (Ed. Castelvecchi). «Queste sono le storie che raccontano di una persona scomparsa, di un rapimento, di una sottrazione, del destino di chi non ha fatto ritorno a casa. Storie di identità interrotte, di vite sospese, di attese incolmabili e senza fine. E dietro ciascuna di esse c’è l’ansia di una famiglia, ci sono le speranze e le paure senza nome di chi attende un segnale, una risposta, la verità».
Sono nove fra le più importanti storie di sequestri e rapimenti a trovare spazio in cronache fedeli, alternate a interviste volte a rendere il libro non solo specchio, ma amplificatore di assenze divenute eterne: dando voce a chi l’attesa ancora la vive ogni giorno, tra confessioni di familiari e sussurrate (supposte) verità. Nessuna presunzione di affermare certezze lasciando spazio al proliferare di scoop, per quanto molte delle notizie riportate si rivelino inedite. Ne sono esempio capitoli densi di storia italiana come quello del caso Orlandi, seguito da un’intervista a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela; o il più recente sequestro di Domenico Quirico, giornalista de La Stampa rapito nel 2013 mentre si trovava in Siria, caso accompagnato da un’intervista alla figlia Metella.
Mentre tornare sui passi della Strage del Circeo del 1975 non esige certo spiegazioni, se non l’interessante intervista a Letizia Lopez, sorella di Rosaria Lopez. Solo tre delle scomparse analizzate, introdotte da un’intervista al giudice Ferdinando Imposimato, magistrato dei grandi casi degli Anni di piombo, nonché giudice istruttore nei più importanti sequestri di persona degli anni Settanta e Ottanta. Fautore della linea dura, non sempre a favore di riscatti troppe volte pagati a vuoto, il giudice stesso analizza le fasi dei sequestri di persona: da quella “strategia dell’attesa” volta a indebolire la resistenza delle famiglie alla richiesta di somme non sempre dichiarate agli stessi giudici.
E sullo sfondo dell’attesa si staglia anche Penelope, l’Associazione nazionale per le famiglie delle persone scomparse nata nel 2002, senza dimenticare il ruolo sempre più potente svolto proprio dai media. Stampa, radio e tv che, come spiega Pascucci, si trasformano in casse di risonanza più che mai unite per diffondere, comunicare e rendere collettivo un dramma intimo e difficilmente spiegabile, comune a quelle poche famiglie che, purtroppo, sempre troppo numerose.