E’ l’ultima trovata di Matteo Renzi. Dopo i selfie notturni dal terzo piano della presidenza del Consiglio, adesso il premier ordina gli autoscatti dai cantieri italiani “con operai, tecnici e capi cantieri in primo piano”. Così l’inquilino di Palazzo Chigi trasforma l’operazione #italiasicura in una nuova campagna “social” dal sapore berlusconiano (lo screenshot dal sito del governo). Il progetto, annunciato a inizio luglio 2014, prevede interventi “contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche”: l’esecutivo si è impegnato a trasformare in cantieri 2,4 miliardi di euro non spesi dal 1998 e 1,6 miliardi stanziati nel 2012 con delibera Cipe. Quasi quattromila le opere da portare a termine e il premier chiede foto sul campo perché poi non venga accusato di “annuncite”. Ma dal territorio non collaborano.
L’ex sindaco di Firenze, in trasferta negli Stati Uniti, infatti tiene molto alla campagna dei selfie. Tanto da sollecitare anche da New York via whatsapp i vertici della struttura “contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle strutture idriche”. Struttura coordinata da Erasmo De Angelis e dal direttore Mauro Grassi. I due si attivano immediatamente. E, secondo il documento raccolto da ilfattoquotidiano.it, inviano una mail a tutti i dirigenti degli Uffici di Tutela dei territori di tutti gli Enti locali: comuni, province e regioni.
Alle 15 e 33 del 23 settembre la mail parte da Palazzo Chigi. “Caro Collega – si legge – Non voglio stressarti troppo ma il nostro Presidente Renzi, pur essendo negli Stati Uniti, ci sollecita la campagna ‘selfie’ dai cantieri. La gentilezza, che Ti chiediamo, è di inviare entro domani 24 settembre, alla segreteria della struttura, non semplici foto del cantiere, ma selfie con operai, tecnici, capi cantieri a Tua scelta in primo piano, e sullo sfondo il cantiere. Ti chiedo inoltre, di specificare il nome e la durata del cantiere, importo totale della spesa e tipo di intervento. Ti ringraziamo per la collaborazione”.
I rappresentanti degli enti locali che leggono il messaggio restano spiazzati. Interdetti. “Ma è vera? Non è nemmeno carnevale”. Minuto dopo minuto lo stupore cresce e si alterna a un sentimento di sconcerto. “Noi ci aspettavamo che da quella struttura venisse fuori qualcosa di concreto”, sbotta con ilfattoquotidiano.it un dirigente di una provincia dell’Emilia Romagna. “Siamo stati un giorno a cercare di capire. Poi andando sul sito del ministero ci siamo accorti che era tutto vero. Ma questo è uno spot pubblicitario, è nello stile del premier – continua – Come è possibile? Il problema sono le cose che non si fanno e i soldi che non si investono, altro che selfie. Ad oggi c’è un quadro normativo confuso, con una frammentazione di competenze eccessiva, ma, soprattutto, una assoluta mancanza di risorse. Perché in Italia si finanziano le opere solo dopo un evento catastrofico. E a livello di prevenzione, i finanziamenti sono inesistenti”.
E la campagna del governo, “italiasicura”, in cui la neo struttura prevede il recupero di oltre 2,4 miliardi di euro non spesi dal 1998 per ridurre gli stati di emergenza territoriali? A questo punto il dirigente emiliano si ferma un attimo e ribadisce: “Le ripeto, prima del 23 non eravamo mai stati contattati. Per ora abbiamo avuto soltanto una richiesta di selfie”. “Selfie” di cui, però, si sentono orgogliosi a Palazzo Chigi. “E’ l’orgoglio operaio – spiega il coordinatore della struttura Erasmo De Angelis – Questo è un tema impopolare. Non vedrai mai i sindacati combattere sullo stato idrogeologico. Noi per la prima volta nella storia diamo un po’ di orgoglio a queste persone che mettono in sicurezza il Paese. L’idea è quella di mettere al centro il lavoro degli addetti ai cantieri che fra diretti e indiretti sono circa 30mila. Oltretutto questa è una comunicazione gratis, non c’è nessuna inaugurazione, non c’è nessuna spesa, semplicemente, va vista in questa ottica”. E allora altro che #Italiasicura, questa è l’Italia di Renzi. L’Italia dei selfie.
Twitter: @GiuseppeFalci