Il partito ha deciso di fare una consultazione per decidere se sostenere il candidato di centrosinistra (si voterà alle primarie domenica 28 e la scelta è tra Bonaccini e Balzani). Ha vinto il sì con il 65 per cento. L'Altra Emilia Romagna corre da sola con Quintavalla
I risultati della consultazione interna sanciscono ufficialmente la spaccatura della sinistra emiliano romagnola. Con il 65% dei voti favorevoli, Sinistra Ecologia e Libertà ha scelto di coalizzarsi col Pd alle prossime regionali. Mentre L’Altra Emilia Romagna, nati dalla lista L’Altra Europa con Tsipras, che alle elezioni per l’europarlamento prese il 4,1% delle preferenze, correranno da soli, come alternativa ai democratici di Matteo Renzi. Si chiude così, dopo mesi di dibattiti interni e scontri politici a suon di dichiarazioni, la faida intestina che ha visto i due volti della sinistra emiliano romagnola scontrarsi, a mezzo stampa e non solo, sulla la possibilità o meno di allearsi al Partito Democratico per la corsa al dopo Errani, che si concluderà con il voto il 23 novembre prossimo. Se già il 17 settembre scorso l’assemblea regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, infatti, aveva varato un documento in cui definiva “praticabile” la strada della coalizione con i Dem, quella decisione il 25 settembre è stata sottoposta al voto di simpatizzanti e iscritti al partito di Nichi Vendola, che hanno scelto: 65% i favorevoli, 35% i contrari. In tutto, più di 1.000 votanti. I tspirasiani, quindi, restano soli, mentre i vendoliani scenderanno in campo con l’alleato di sempre, il Partito Democratico.
“Il risultato è netto – commenta Cathy La Torre, capogruppo di Sel in Comune a Bologna ma anche tsiprasiana – e la scelta espressa da chi ha partecipato alla consultazione è legittima. Personalmente non apprezzo molti aspetti di questo Pd nazionale, tuttavia credo che nei governi locali si debba fare il possibile per portare avanti il proprio programma, quindi ritengo che la via della coalizione sia stata una decisione coerente rispetto al nostro mandato fondativo. Del resto, trovarsi all’opposizione è peggio che far parte della maggioranza, perché nel secondo caso qualche risultato lo si ottiene”.
“Ora – aggiunge Elena Tagliani, coordinatrice di Sel Emilia Romagna – ci occuperemo del programma, delle liste, e poi inizieremo la campagna elettorale”. Che partirà dopo le primarie del 28 settembre, giorno in cui l’elettorato democratico sceglierà il proprio candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna tra il segretario regionale Pd Stefano Bonaccini o l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani. Primarie a cui i vendoliani, comunque, non parteciperanno. Tuttavia, nonostante “il successo” della consultazione, qualche mal di pancia all’interno della sinistra emiliano romagnola resta. Chiariti infatti gli schieramenti, rimane quel 35% di voti contrari all’alleanza con i Dem, e una rottura con l’Altra Emilia Romagna difficile da sanare. Tanto che il giorno dopo la chiamata al voto, i vendoliani non risparmiano qualche frecciatina.
“I sostenitori della lista Tsipras si sono dimostrati antagonisti del Pd e basta – sottolinea La Torre – hanno aperto una discussione sulla collocazione precedente a quella sui temi, il che non è logico”. “Avevamo incalzato l’Altra Emilia Romagna a praticare con noi un percorso democraticamente partecipato che coinvolgesse i nostri elettori nelle decisioni da assumere – critica l’assessore regionale alla Cultura uscente Massimo Mezzetti, alfiere della coalizione tra Pd e Sel – e abbiamo ricevuto un rifiuto. Ora, però, si volta pagina e tutto il nostro impegno, sia di chi ha sostenuto il ‘sì’, sia di chi ha votato ‘no’, deve essere volto a conquistare il maggior consenso possibile alle nostre proposte: più forte sarà Sel, più forti saranno le ragioni di chi pensa che si debba fermare la deriva a destra del Pd”.