L’altro ieri, nel suo pezzo quotidiano in prima pagina del Fatto, Travaglio è intervenuto sulla grandiosa bufala degli ultimi giorni, la falsa notizia dell’ammissione da parte della Corte di Strasburgo del ricorso di Berlusconi riguardo alla sua condanna per frode fiscale. Se l’è presa con Pigi Battista e con i suoi assurdi commenti alla notizia apparsi sul Corriere della Sera. Ora, che i commenti di Battista, si prestino perfettamente alla più sferzante ironia, è fuori di dubbio. Ma mi permetto di aggiungere qualcosa, di approfondire il problema. Perché se il problema fosse solo Battista, forse potremmo anche evitare di preoccuparci troppo: se lo conosci – come si diceva -….
Il fatto è che il Battista non è solo in queste performance, sulla stessa via si sono mossi in molti e qualcuno l’ha persino superato con letture meno saccenti ma non meno comiche. Lasciamo da parte la prosa di Brunetta e del suo Mattinale, ma che dire di un giornale come La Stampa che martedì analizzava puntualmente le varie caratteristiche della bufala (grandezza, intenzione, origine, sviluppi) ma due giorni prima non solo l’aveva data per buona ma si era spinta a vederne già le conseguenze sul piano politico con un Berlusconi in grado, dopo l’ammissione del ricorso, di disegnare un nuovo quadro politico. Robe da matti!
E pensare che un po’ di prudenza sarebbe stata non solo consigliabile ma normale. Intanto perché l’ammissione di un ricorso non corrisponde per niente al suo accoglimento: se mi arriva una multa per aver violato tre sensi vietati, posso fare un ricorso anche corretto nella forma ma non è affatto detto che me la levino. Poi perché la fonte, che – si sa – deve sempre essere verificata, questa volta era il massimo dell’ambiguità, nientemeno che un avvocato di Berlusconi, un simpatico signore che se mi dice che fuori c’è il sole, io subito vado a prendere l’ombrello. Eppure tutti pronti a prenderla per buona. Persino Mentana che questo martedì, prima di dare la notizia dell’arresto del vescovo in Vaticano, ci ha assicurato tre volte che l’ha verificata con scrupolo, tre giorni prima ci aveva ammannito la bufala strasburghese come fosse un bicchiere d’acqua pura di fonte che non ha bisogno di nessun controllo. Ma questa è purtroppo la tendenza prevalente dell’informazione italiana, con i suoi cortocircuiti massmediali generati dal nulla, i suoi temi fasulli da dare in pasto ai talk show, la sua capacità di costruire scenari futuri a partire da un presente in cui si sono visti asini che volano. E se poi non volano, fa lo stesso.