"Mi sento tradito di quella fiducia che pensavo di essermi meritato in questi 15 fottuti anni", ha detto. Tra i motivi potrebbe esserci anche il ritorno in squadra di Paolo Noise, colpevole di aver abbandonato nel 2011 per andare a Radio Deejay. Venerdì 26 settembre puntata speciale di 4 ore
“Questo è lo Zoo di 105, il programma che non piace”. Era questo, fino a pochi giorni fa, lo slogan di apertura di uno dei programmi più discussi e di successo della storia della radiofonia italiana. Era, appunto, visto che Marco Mazzoli, il padre dello Zoo, ha deciso di porre fine traumaticamente alla lunga avventura. Per venerdì 26 settembre è prevista una puntata eccezionale di 4 ore (dalle 14 alle 18) e ancora non è chiaro se sarà l’ultima.
Il motivo, a quanto pare, sta nella reazione di molti ascoltatori al ritorno in squadra di Paolo Noise, colpevole di aver abbondato 105 nel 2011 per passare agli acerrimi rivali di Radio Deejay. Asganaway, il programma che Noise conduceva su Deejay con Albertino e Fabio Alisei, doveva rappresentare la sfida allo Zoo, da tempo dominatore incontrastato della fascia oraria 14-16. Peccato, però, che Asganaway ha chiuso i battenti nel giugno di quest’anno, con Noise che ha annunciato il suo ritorno allo Zoo. Tutto risolto con il ritorno del figliol prodigo? Nemmeno per sogno, visto che proprio la reunion ha causato la reazione furibonda di molti ascoltatori, che non hanno mai perdonato il “tradimento” di Noise, e il forfait di Gibba, altra voce storica del programma.
Dopo settimane di polemiche feroci sul web, Mazzoli ha dunque deciso che può bastare, e lo ha fatto con un messaggio durissimo: “Mi sento tradito di quella fiducia che pensavo di essermi meritato in questi 15 fottuti anni. Io non voglio che lo Zoo di 105 diventi questo, lo Zoo è stato e sempre sarà il sorriso ebete stampato sulla faccia. Mai lo sguardo incazzato di chi ha solo rabbia nel cuore. Lo Zoo non è questo. È venuto a mancare il sorriso ed è giunto il momento di chiuderla qui, adesso. E adesso ascoltatevi quello che ha da proporre l’intera radiofonia italiana”.
Per lo storico programma di 105 non è certo il primo momento difficile. Come dimenticare, ad esempio, le forti polemiche degli animalisti quando, nel 2009, i conduttori dello Zoo, con il consueto linguaggio colorito e politicamente scorretto, avevano cominciato a elencare vari tipi di sevizie da praticare sugli animali. Apriti cielo: petizioni, proteste di molti vip impegnati nella causa animalista, presa di distanza dello stesso editore di 105. E per placare le polemiche, la banda dello Zoo era stata costretta a chiedere scusa pubblicamente nel corso di una puntata riparatrice, con tanto di spazio dedicato alle varie associazioni che avevano dato vita alla protesta. Nel corso degli anni, lo Zoo ha più volte fatto storcere il naso a molti. Colpa (merito, secondo i tanti fan) di un linguaggio al limite del turpiloquio ma che è sempre stato rivendicato dai conduttori come strumento di “cazzeggio” e divertimento allo stato puro. Una lunga avventura, costellata di trionfi e polemiche, che potrebbe essere arrivata al capolinea. A meno che, come fa intendere qualcuno, non sia solo l’ennesimo annuncio di chiusura del programma destinato a rientrare in poco tempo. È quello che sperano gli orfani dello Zoo. E che temono i suoi detrattori.