Il meccanismo elettorale prevede altre due tornate, nelle quali sarà presumibilmente altrettanto difficile eleggere il nuovo rettore (l’unico che potrebbe eventualmente riuscirci è Gaudio) e un ballottaggio tra i due candidati più votati alla terza tornata. Chi ha vinto e chi ha perso? Tra i candidati più accreditati della vittoria finale, Gaudio ha sopravanzato Ruocco, ma bisogna considerare che medicina è un moloch con circa 2000 docenti più rappresentanti studenti (voto pieno) e personale tecnico amministrativo (voto ridotto al 20%) in proporzione.
Andrea Lenzi, anche lui medico, dovrebbe aver raccolto un consenso più trasversale, perché è il presidente del Cun, l’organo elettivo che rappresenta i docenti universitari e soprattutto perché ha delle capacità dialettiche fuori dal comune. Tiziana Catarci, la prima donna candidata allo scranno più alto dell’ateneo, ha ottenuto relativamente tanti voti ma pochissimi dai docenti (5%). Purtroppo Sapienza non sembra ancora pronta per un rettore donna. Renato Masiani e Roberto Nicolai erano comunque visti come outsider ma insieme sarebbero al secondo posto.
Quali scenari di possibili alleanze si aprono? Diversi, anche se non prevedibili poiché i voti, soprattutto quelli dei docenti universitari, non sono trasferibili in modo semplice. Nel segreto dell’urna ciascuno può prendere la decisione che ritiene più giusta (o purtroppo più conveniente personalmente). I candidati (Ruocco, Lenzi, Masiani, Nicolai) che hanno dichiarato una posizione di discontinuità rispetto al rettore uscente (che è innegabile abbia fatto qualcosa di buono, nonostante gli attacchi sui giornali) insieme avrebbero oltre il 50% dei voti. Vedremo venerdì prossimo cosa succederà dopo la seconda tornata.