Un Paese che non ci crede, le risorse che mancano, le promesse cui non seguono i fatti. E’ questa la fotografia della ricerca italiana scattata dai rettori delle principali università di Milano, che hanno partecipato a “Meet me tonight“, la notte dei ricercatori. “Non si vedono grandi segnali rispetto al fatto che il Paese creda nella ricerca come forza propulsiva fondamentale”, sottolinea Gianluca Vago, rettore della Statale. Sulla stessa linea Cristina Messa, alla guida dell’Università Bicocca: “Bisogna dare più attenzione a questo tema, al momento non è sufficiente. Si parla sempre di tagli alla ricerca e mai di investimenti”. Eppure, a inizio settembre, il premier Matteo Renzi ha promesso tagli ai ministeri per investire proprio nell’istruzione e nella ricerca. Ma nel mondo accademico, ormai, ci si è abituati ad annunci del genere. “Credo sia fondamentale aspettare i fatti – spiega Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano – Di dichiarazioni di intenti ne abbiamo sentite tantissime da molto tempo. Finora non abbiamo ancora visto segnali”. Ma i veri protagonisti della serata sono loro, i ricercatori, che animano i 48 stand di “Meet me tonight”, coinvolgendo il pubblico con le ultime novità dal mondo scientifico. “Si fa una fatica tremenda a sbarcare il lunario, siamo quasi tutti precari – racconta un lavoratore del Politecnico di Milano – Io di primo mestiere faccio l’amministrativo, di secondo il ricercatore”. Ma, nonostante le difficoltà, tutti incoraggiano i giovani universitari a intraprendere il percorso della ricerca: “E’ uno dei lavori più belli del mondo”
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