Il sindaco di Verona ha autorizzato residenti e allevatori della zona a uccidere i predatori nel caso in cui questi minaccino loro o il bestiame. Dura la replica delle associazioni animaliste, con il Wwf che parla di "bracconaggio vero e proprio"
Flavio Tosi, sindaco di Verona e presidente di Federcaccia Veneto, è stato denunciato dal Corpo forestale dello Stato dopo aver emesso un’ordinanza in cui si autorizzano i cittadini a “sparare ai lupi” presenti nelle valli del Parco naturale della Lessinia, intorno alla città. una decisione, quella del primo cittadino, che potrebbe estendersi anche ai paesi vicini se questi si sentissero minacciati dalla presenza dei predatori. “Il provvedimento – si giustifica il politico della Lega Nord – non dà il via a una caccia al lupo, ma è solo volto alla legittima difesa“.
Una decisione che, però, non è stata digerita dalla forestale che ha sporto denuncia nei suoi confronti con l’accusa di aver “autorizzato l’abbattimento di specie protetta”. La scelta è stata appoggiata anche da una parte della politica locale e dalle associazioni animaliste, tra cui il Wwf che ha parlato di “bracconaggio vero e proprio”, aggiungendo che anche loro stanno pensando di denunciare Tosi.
Nelle valli intorno alla città è presente una sola coppia di lupi che da poco tempo hanno avuto 8 cuccioli. Gli animali si sono resi protagonisti di attacchi agli allevamenti di bestiame della zona provocando, oltre alla morte di alcuni capi, anche stress eccessivo negli animali che, dicono gli allevatori, non producono più latte e abortiscono con più facilità. Per questo motivo la Coldiretti difende la decisione del primo cittadino leghista dichiarando che “l’attacco al bestiame è un fenomeno quasi quotidiano nella parte centrale dell’altopiano veronese che aggrava sempre più la condizione degli allevatori”. L’associazione spiega che in quell’area si concentra circa il 50% del patrimonio bovino e ovino del Veneto e la presenza dei lupi potrebbe causare gravi danni all’economia locale. Inoltre, gli allevatori si lamentano del fatto che i fondi della Regione non bastano a ripagare i danni subiti dagli attacchi dei predatori. Il sindaco interviene di nuovo sulla questione e giustifica la sua decisione affermando che “non si tratta di una caccia al lupo, ma di legittima difesa. Ho pensato ai bambini della mia città”. E aggiunge: “Vedremo se, alla fine, prevarrà il diritto degli animali o dei cittadini”.
In Veneto si ripropone così un caso simile a quello dell’uccisione, l’11 settembre, in provincia di Trento, dell’orsa Daniza che sollevò numerose polemiche e portò alla denuncia, sempre da parte del Corpo forestale dello Stato, del presidente della Provincia, Ugo Rossi. Anche in quel caso numerosi esponenti della sinistra locale si lamentarono di come le autorità predisposte gestirono la cattura dell’animale. La preoccupazione si concentrò sui due cuccioli dell’orsa che, adesso, sono in giro per i boschi e rischiano di non sopravvivere. Gli esponenti della destra, tra cui la Lega, difesero il diritto dei cittadini di preservare la propria incolumità, minacciata, a loro dire, dalla presenza dell’animale nella zona. Anche nel caso dei due lupi nel veronese, il problema dei cuccioli si ripropone, visto che la coppia di animali ha con se 8 piccoli di lupo che rischierebbero di morire.