Una settantina di corridori con mutandoni ascellari e occhialoni da aviatore hanno inforcato le biciclette d'epoca per partecipare all'iniziativa in onore della corsa voluta dal Megadirettore Visconte Cobram in "Fantozzi contro tutti". Gli organizzatori: "Non c'è competizione, siamo qui solo divertirci". Prima del via, distribuita l'immancabile "bomba"
Al blocchi di partenza, dopo la punzonatura: “Allora lei che fa, parti?”, domanderebbe Filini. Fantozzi: “Ma mi dà del tu?”. “No no, dicevo parti lei”. “Ah, congiuntivo”. Solo un dialogo immaginario. Il ragioniere più famoso d’Italia e il compianto collega dell’ufficio sinistri non ci sono questa mattina a Desenzano (Brescia) per gareggiare nella rievocazione della mitica Coppa Cobram. La terribile corsa ciclistica che in “Fantozzi contro tutti” organizza il Megadirettore Visconte Cobram, costringendo i suoi dipendenti a parteciparvi.
Il ritrovo alle 10,30. Prima di tutto una bella colazione, l’assegnazione dei numeri di gara e la consegna ad ognuno della “bomba“, lo strano intruglio che permise a Fantozzi, seppur tra atroci sofferenze, di arrivare primo (nel carro funebre, però). Quella distribuita oggi da Mauro, il Biciclettaio matto (dal nome del suo negozio) ideatore della goliardata in salsa bresciana, “sarà leggermente alcolica”. Una settantina i partecipanti, oltre il limite prefissato dagli organizzatori. Abiti e accessori rigorosamente di fantozziana memoria, old style: occhialoni da aviatore, mutandoni ascellari, bretelle d’altri tempi, l’immancabile borraccia. E, naturalmente, una bici vintage. “Ma non siamo stati fiscali sul mezzo, purché non sia elettrico”, spiega Mauro, che vuole sottolineare, ad inizio corsa, come non si tratti di una vera gara: “Non c’è competizione, siamo qui solo divertirci”. Al via anche ciclisti vestiti da personaggi storici: Garibaldi il più gettonato. Ma non mancano novelli Bartali.
Un bel sole caldo bacia Desenzano stamattina. Ben altro rispetto alla cinematografica tempesta, degna di ogni Gran premio della montagna che si rispetti. E, a differenza che nella pellicola del 1980, nessun miraggio né aurore boreali e nemmeno, per fortuna, arresti cardiaci. Ovviamente zero le lingue felpate, considerata l’assenza di agonismo e la pedalata tutt’altro che sostenuta. “E dato il clima spensierato – scherza Mauro, indaffarato nella registrazione dei partecipanti – non c’è stato nemmeno bisogno di procurarsi una frattura multipla, stile geometra Calboni, per schivare la corsa”. Partenza, attorno a mezzogiorno, in discesa; passerella in piazza; poi “pranzo del ciclista”, non alla trattoria Al Curvone bensì in un agriturismo della zona. E ritorno, con la pancia piena. Trenta chilometri in tutto.
Anche la premiazione è a tema e prende spunto dagli episodi più esilaranti della saga. In palio, oggetti diventati cult. Memorabilia. Su tutti: la radiolina, tipo quella che Fantozzi non abbandonava quando c’era una partita che non poteva seguire, spaparanzato, dal divano. Un paio di vecchi sci con scarponi, simili a quelli che il travet utilizzò nella comica sciata aziendale. Insomma, sulle rive del Garda oggi è una giornata speciale, tutta dedicata al personaggio ideato e interpretato da Paolo Villaggio. E chissà cosa penserebbe il Ragioniere se oggi fosse qui. Forse a qualcuno direbbe: “Vadi più adagio”.