Negli ultimi tempi, Ello sta crescendo in popolarità e, stando alle parole del fondatore Paul Budnitz, all’indirizzo di Ello vengono recapitate 4000 richieste l’ora. Complice, forse, il manifesto programmatico, diretto e dichiaratamente antisistema. “Il tuo social è di proprietà degli inserzionisti”, si legge. “Ogni post che condividi, ogni amicizia che stringi, ogni link su cui clicchi viene monitorato, registrato e convertito in dati”, recita ancora. ‘”Gli inserzionisti acquistano i tuoi dati in modo da poterti mostrare più annunci pubblicitari. Sei il prodotto che viene comprato e venduto. Noi crediamo che ci sia una vita alternativa. Crediamo che un social network possa essere non uno strumento per ingannare, costringere e manipolare, ma un luogo per connettersi, creare e celebrare la vita. Tu non sei un prodotto”. Si attende la prova dei fatti.
Molti social devono in realtà il loro lancio all’ad-free completo, per poi invertire improvvisamente la rotta della propria policy. Il modello che Ello seguirà con ogni probabilità è il freemium, una parte di servizi, cioè, offerti gratuitamente ed un’altra parte a pagamento, con “special features” da aggiungere all’account personale.
Ma il social di Budnitz deve, però, il picco di popolarità alla comunità Lgbt in polemica con Facebook per la sospensione di alcuni account di drag queen ‘colpevoli’ di aver usato il loro nome d’arte al posto di quello reale. Oggetto del contendere è la nuova regola di Facebook che impone di utilizzare – nei profili personali ma non nelle pagine pubbliche di artisti, enti e aziende – il proprio nome reale nel tentativo di arginare la marea di profili fake e di troll. Facebook ha motivato l’adozione della nuova ‘Legal Name Policy’, con la volontà di mantenere il social sicuro, ma la comunità di drag queen ha bollato la scelta come “ingiusta e discriminatoria”, indicendo una manifestazione di protesta per il prossimo 2 ottobre a San Francisco.
Ad aver profittato della bagarre sembra essere stato proprio Ello con il suo boom di iscrizioni. “Non devi usare il tuo vero nome per essere su Ello”, rimarca Budnitz al sito Dayly Dot. “Incoraggiamo le persone a essere chi vogliono essere. Ello dà il benvenuto alla comunità Lgbt. Siamo entusiasti di vedere che tante persone si stanno spostando sul nostro social network”. Una inedita sfida social, tra identità personali e identità digitali.