Duro riferimento nelle parole di Bergoglio, pronunciate nell'incontro con i nonni in piazza San Pietro, agli ultimi scandali della pedofilia del clero e agli arresti domiciliari in Vaticano per l’ex nunzio polacco Jozef Wesolowski. Presente anche Benedetto XVI, il “nonno saggio a casa” come lo ha definito il suo successore
“La violenza sugli anziani è disumana come quella sui bambini”. Parole durissime quelle pronunciate da Papa Francesco, con un chiaro riferimento agli ultimi scandali della pedofilia del clero e agli arresti domiciliari in Vaticano per l’ex nunzio polacco Jozef Wesolowski, indagato per abusi su minori e pedopornografia. Nell’incontro con i nonni in piazza San Pietro, organizzato dal Pontificio Consiglio per la famiglia, Bergoglio ha sottolineato ancora una volta che oggi “si scartano bambini, si scartano i giovani perché non hanno lavoro, e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico ‘equilibrato’, al centro del quale non vi è la persona umana, ma c’è il dio denaro. Siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto!”. Ad ascoltare le parole di Francesco anche Benedetto XVI, il “nonno saggio a casa” come lo ha definito il suo successore.
Bergoglio ha raccolto le testimonianze di due anziani iracheni, nonni di 12 nipoti, costretti ad abbandonare la loro terra per sfuggire alle persecuzioni degli integralisti islamici. “La guerra – ha affermato uno di loro riprendendo le parole pronunciate dal Papa a Redipuglia – è veramente una follia e speriamo che il mondo impari da questa lezione”. A questi “fratelli scappati da una violenta persecuzione” Francesco ha voluto manifestare la sua “vicinanza” e la sua “preghiera” sottolineando che la loro presenza “è un dono per la Chiesa”. Per il Papa i “nonni sono stati molti importanti anche nelle persecuzioni salvando la fede in diversi Paesi, come l’Albania”, visitata recentemente da Bergoglio. Ma Francesco ha sottolineato anche, che “non sempre l’anziano, il nonno, la nonna, ha una famiglia che può accoglierlo. E allora ben vengano le case per gli anziani purché siano veramente case, e non prigioni! E siano per gli anziani e non per gli interessi di qualcuno altro!”.
Il monito del Papa è chiaro: “Non ci devono essere istituti dove gli anziani vivono dimenticati, come nascosti, trascurati. Mi sento vicino – ha aggiunto Francesco – ai tanti anziani che vivono in questi istituti, e penso con gratitudine a quanti li vanno a visitare e si prendono cura di loro. Le case per anziani dovrebbero essere dei ‘polmoni’ di umanità in un paese, in un quartiere, in una parrocchia; dovrebbero essere dei ‘santuari’ di umanità dove chi è vecchio e debole viene curato e custodito come un fratello o una sorella maggiore”. Bergoglio ha puntato nuovamente il dito anche contro la “realtà dell’abbandono degli anziani”, sottolineando che troppo volte essi vengono scartati con “una vera e propria eutanasia nascosta”. Per Francesco un popolo che non custodisce i nonni non ha futuro perché perde la propria memoria e si strappa dalle proprie radici.
Nell’omelia della Messa celebrata per i nonni in piazza San Pietro dopo un momento di festa e canti animato da Andrea Bocelli, Massimo Ranieri e Claudio Baglioni, Francesco ha sottolineato che “ci sono talvolta generazioni di giovani che, per complesse ragioni storiche e culturali, vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori, quasi di ‘liberarsi’ del retaggio della generazione precedente. È come un momento di adolescenza ribelle. Ma, se poi non viene recuperato l’incontro, se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo”. L’invito del Papa è a percorrere la via dell’incontro tra i giovani e gli anziani. “Il futuro di un popolo – ha concluso Francesco – suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare”.