Su di lui pende una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d'ufficio, eppure il forzista Martino Tamburrano ha superato alle urne Gianfranco Lopane, espressione di quella parte dei democratici tarantini che hanno votato contro la dirigenza provinciale, schierata con il vincitore insieme a Ncd e la lista di Giancarlo Cito. Bonelli (Verdi): "Ora cosa farà Michele Emiliano?"
Martino Tamburrano, sindaco berlusconiano del comune di Massafra, è il nuovo presidente della provincia di Taranto. Un’elezione già preannunciata e sostenuta anche da buona parte del Partito Democratico ionico. Non è bastato, quindi, lo “stop” imposto dal segretario regionale Michele Emiliano per bloccare le “larghe intese” tra democratici e forzisti. Nella provincia dell’Ilva, evidentemente, non è stato un deterrente nemmeno il fatto che su Martino Tamburrano penda una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio. E’ stato il sostituto procuratore Remo Epifani, infatti, a chiedere il processo per il primo cittadino di Massafra e altri 28 imputati, tra i quali i dirigenti comunali e imprenditori. L’accusa di aver favorito un’associazione temporanea di imprese alla quale era stata affidata in project financing la realizzazione di un silos parcheggio. Nell’avviso di conclusione delle indagini, il pm Epifani ha specificato che gli amministratori avrebbero intenzionalmente procurato un “ingiusto vantaggio patrimoniale alla società Inedil srl capogruppo mandataria dell’associazione temporanea di imprese” attraverso l’affidamento in concessione ai tre imprenditori della realizzazione di un silos parcheggio con annesso centro commerciale e direzionale.
Non solo. All’immobile, secondo quanto emerso dalle indagini sarebbe stato “pretestuosamente attribuito il carattere di opera pubblica” e soprattutto del centro direzionale in costruzione sarebbe stato garantito agli imprenditori “anche il diritto di proprietà”. Del resto, a sottoscrivere l’accordo per alcune parti del Partito democratico con il sindaco forzista, sono stati il parlamentare Michele Pelillo, il consigliere regionale Michele Mazzarano e l’assessore regionale Donato Pentassuglia. A eccezione di Pelillo, quindi, i due nomi rimanenti sono noti alle cronache: Mazzarano, infatti, è stato rinviato a giudizio per illecito finanziamento ai partiti e millantato credito; Pentassuglia, invece, è accusato dalla Procura di Taranto – che ne ha chiesto il rinvio a giudizio – di favoreggiamento nei confronti dell’ex dirigente Ilva Girolamo Archinà nell’inchiesta “Ambiente svenduto”
All’esito delle votazioni, Tamburrano è stato eletto con il 63,8% di preferenze contro il 36,2% di Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza e candidato (renziano) dagli esponenti del Pd contro la delibera della direzione provinciale che a maggioranza aveva deciso di “verificare le condizioni per la più ampia convergenza di forze politiche disponibili e per il più qualificato ruolo protagonista del Pd ionico”. Una frase che, nei fatti, prevedeva addirittura la “grande coalizione” con Forza Italia attraverso un listone unico. La polemica dei giorni successivi e l’intervento di Emiliano, però, hanno bloccato l’operazione, ma solo in apparenza. Già, perché nel segreto delle urne i democratici hanno comunque scelto Tamburrano. Il “tradimento” è provato dai numeri: i candidati consiglieri nelle due liste a sostegno di Lopane hanno ottenuto oltre 52mila voti ponderati, mentre quelli dell’unica lista per Tamburrano si sono fermati a quota 43mila. Insomma il candidato democratico Lopane avrebbe potuto vincere, ma evidentemente le “larghe intese” piacciono troppo ai consiglieri comunali di centrosinistra, che hanno optato per il voto disgiunto.
Piacciono talmente tanto da aver dimenticato che nella lista di centrodestra compariva il nome di Cito, figlio dell’eterno rivale Giancarlo – ex sindaco ed ex parlamentare condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa – che pochi mesi fa ha scelto di far confluire la sua “At6 – Lega d’Azione Meridionale” nelle fila berlusconiane. Per Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale dei Verdi e consigliere comunale di Taranto, è “l’inciucio peggiore di quelli che venivano fatti nella Prima Repubblica. Non è solo un voto di larghe intese tra PD-NCD-FI e la lista di Cito, ma di larghi interessi. Che cosa farà – ha chiesto Bonelli – il presidente del Pd pugliese Michele Emiliano? Prenderà provvedimenti contro questo vergognoso inciucio che ha visto i consiglieri comunali del PD votare un esponente di Forza Italia su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio?”.