Il Cern è pronto a imbarcarsi nell’avventura forse più straordinaria della sua storia: l'esplorazione dei territori sconosciuti che potranno aprire le porte della cosiddetta “nuova fisica”
È un compleanno speciale, perché sono stati 60 anni in nome della ricerca scientifica e dello sviluppo. Il Cern spegne 60 candeline ed è pronto a imbarcarsi nell’avventura forse più straordinaria della sua storia: l’esplorazione dei territori sconosciuti che potranno aprire le porte della cosiddetta “nuova fisica”. La scoperta del bosone di Higgs, la particella grazie alla quale esiste la massa, ha segnato un traguardo senza precedenti ed è diventata così popolare da entrare nel Guinnes dei primati, oltre a valere il Nobel per la Fisica a Higgs ed Englert. Ma quella scoperta è solo uno degli ultimi traguardi raggiunti dagli scienziati che a Ginevra sono sempre pronti a nuove sfide. Adesso sta per cominciare qualcosa di radicalmente nuovo. L’obiettivo – come aveva spiegato al fattoquotidiano.it da Fabiola Gianotti – è la caccia alla materia oscura.
Nella primavera 2015 il più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc), riprenderà a funzionare dopo la lunga pausa tecnica e lo farà all’energia straordinaria di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV): “Non sarà più la stessa macchina che ha scoperto il bosone di Higgs”, osserva il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci. “Si potranno produrre un maggior numero di bosoni di Higgs – spiega – e questo permetterà di studiare le proprietà di questa particella per capire se quello scoperto è il’ bosone di Higgs previsto dalla teoria di riferimento della fisica, o se è uno dei bosoni di Higgs”. In secondo luogo, prosegue, ”potremo produrre nuovi tipi di particelle”, come particelle supersimmetriche o dimensioni extra dello spazio: saranno i primi passi nella “nuova fisica”.
D’altro canto il Cern ha sempre guardato al futuro fin dalla sua nascita, avvenuta il 29 settembre 1954, quando 12 Stati hanno istituito l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare. L’idea era nata da uno dei ‘ragazzi di via Panispera’, il fisico Edoardo Amaldi. Oggi, con 21 Paesi membri,il Cern è il più grande laboratorio del mondo dedicato alla fisica delle particelle. “Il Cern – osserva Bertolucci – è nato da una di quelle idee di altissimo profilo di cui l’Europa sa essere promotrice: l’idea di usare la scienza per rimettere insieme un’Europa segnata dalla seconda guerra mondiale è stata un’idea visionaria, che ha travalicato fisica e scienza ed è stata uno dei cardini dell’idea di Europa unita”.
Anche per il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Fernando Ferroni, “sono stati 60 anni felici e di sviluppo”, nei quali “gli italiani hanno sempre avuto un ruolo fondamentale”: Carlo Rubbia e Luciano Maiani sono stati direttori del Cern; Fabiola Gianotti e Guido Tonelli sono stati a capo dei due esperimenti che hanno scoperto il bosone di Higgs e altri italiani sono oggi alla guida di tre esperimenti dell’Lhc.