Sport

Lucas Torreira, il ragazzo dal moto perpetuo

Zemanlandia è un ricordo ancora vivo per la città di Pescara, ancor di più dopo l’esaltante vittoria esterna del Cagliari al Meazza contro Inter. Proprio grazie allo spettacolo offerto dalla filosofia di gioco del tecnico boemo, l’Europa nel 2011/12 conobbe i talenti dei giovani Immobile, Insigne e Verratti, giocatori dimenticati, accantonati dalle big di casa nostra e ceduti a suon di milioni, dopo la straordinaria stagione che riportò il Delfino in Serie A a distanza di 19 anni.

Oggi i biancazzurri navigano nelle zone basse della classifica di Serie B, i giovani in rosa tardano ad emergere e la squadra è ancora alla ricerca del bel gioco e della prima vittoria in campionato. Decisamente differente, invece, l’andamento della formazione primavera allenata dal campione del Mondo Massimo Oddo, tornato in Abruzzo per ridare entusiasmo ad un gruppo che l’anno scorso ha terminato il torneo in quart’ultima posizione e portare la propria esperienza al servizio del settore giovanile pescarese. Settore che quest’anno, oltre alla buona partenza in campionato (sconfitti solamente nell’ultimo turno in casa del Milan), ha scoperto il talento del centrocampista uruguaiano con passaporto comunitario, Lucas Torreira, classe ’96 arrivato a Pescara grazie alla collaborazione con i Wanderers di Montevideo, società dell’imprenditore Victor Mesa (che detiene anche il 10% della squadra abruzzese) da cui sono transitati, fra i tanti, vecchie conoscenze del calcio italiano come Francescoli e Camoranesi.

Segnalato dagli osservatori Antonio Di Battista, Ferdinando Ruffini e Roberto Druda durante il soggiorno a Montevideo nell’estate 2013, Torreira è stato fortemente voluto dall’ex tecnico della primavera Federico Giampaolo per la seconda parte di stagione, ottenendo successivamente apprezzamenti anche da parte di mister Baroni e del suo staff, che lo hanno aggregato alla prima squadra durante il ritiro estivo di Pizzoferrato e Boario Terme.

Piccolo di statura ma tosto di natura, nasce come seconda punta, ma col tempo arretra il proprio raggio d’azione (con il supporto tecnico-tattico pescarese) diventando un mediano interditore davanti alla linea difensiva, un recupera-palloni dal moto perpetuo, un atleta di sicuro affidamento. Grazie inoltre alle sue doti tecniche e a un destro “educato”, riesce ad unire il lavoro sporco da incontrista ai compiti più sottili di regia. Spesso la manovra offensiva dei ragazzi di Oddo riparte proprio dai suoi piedi rivelando, in queste occasioni, grande personalità e un temperamento da professionista.

Per una piazza che in poco più di un anno si è vista scippata incolpevolmente dei talenti di Verratti e Quintero (passati rispettivamente al Psg e al Porto), non rimane altro che incrociare le dita e sperare di vedere il diciottenne Lucas allo Stadio Adriatico in maglia biancazzurra, big europee permettendo.