Un appello allarmante diffuso dall'account Twitter di Karl-Thomas Neumann, presidente della Opel: circa 8.000 vetture consegnate a partire da maggio potrebbero avere un problema allo sterzo. E mentre le Case dimostrano sempre maggiore attenzione verso i richiami, negli Stati Uniti un disegno di legge prevede pene fino all'ergastolo per i manager che ignorano o nascondo i rischi per la sicurezza dei consumatori
Una pagina internet con tanto di foto e istruzioni su dove cercare i numeri di serie e codici. E, soprattutto, un messaggio del numero uno di Opel Karl-Thomas Neumann su Twitter, social che anche personalmente il maratoneta e manager tedesco impiega volentieri. È il sistema diretto e trasparente con il quale Opel ha annunciato un richiamo di 8.000 tra Adam e Corsa commercializzate in Europa, Italia compresa. Il numero di modelli è limitato, ma è il tono di Neumann a fare notizia: “Attenzione! – ha postato – Corsa & Adam consegnate a partire dal maggio 2014 non devono essere guidate & necessitato di un controllo di sicurezza”. Poi indica la pagina con i dettagli del richiamo.
I problemi riguardano lo sterzo e sarebbero stati scoperti durante una delle consuete verifiche interne fatte dal costruttore. Opel non precisa gli elementi, ma spiega che uno dei componenti non è risultato conforme alle indispensabili specifiche. “Per evitare ogni rischio, queste auto non dovrebbero essere guidate prima di una ispezione”, si legge sul sito web. Il “suggerimento” – quasi un imperativo – riguarda in particolare i proprietari dei mezzi con la sigla 20E4 e 20K3 riportata sull’albero dello sterzo: gli automobilisti possono risalire al codice guardando dietro i pedali. Per l’Adam, i modelli coinvolti dal richiamo hanno numeri di serie che vanno da E6077301 a E6113446 e da F6000001 a F6006544, mentre per Opel Corsa vanno da E6071016 a E6118738 e da E4181031 a E4308122.
Della Corsa sta per debuttare a Parigi la quinta generazione, mentre per l’Adam si tratta di un richiamo simbolicamente importante per il nome che porta, che è quello del fondatore. Questa azione si aggiunge a quelle della casa madre General Motors (ormai circa 29 milioni di veicoli richiamati da inizio anno) e di altri costruttori (solo negli ultimi giorni sia Ford sia Chrysler sono dovute intervenire: 850.000 auto una e 350.000 l’altra) che hanno fatto lievitare il numero delle verifiche: 37,2 milioni in sei mesi a livello planetario. Il Center of Automotive Management di Bergisch Gladbach, in Germania, ha calcolato che negli Stati Uniti, nei primi sei mesi dell’anno, i costruttori hanno richiamato mediamente 4,5 volte i volumi di auto che hanno venduto (GM addirittura 16 volte).
Sull’onda di queste cifre, degli incidenti che hanno coinvolto veicoli difettosi, delle vittime e, soprattutto, sulla scorta delle evidenze che alcuni costruttori sapevano ma hanno taciuto, negli Stati Uniti Claire McCasklill, senatrice democratica e presidente della sottocommissione per la tutela dei consumatori, ha predisposto un disegno di legge che arriva a prevedere l’ergastolo per i dirigenti “omertosi”. L’obiettivo è quello di garantire gli automobilisti che viaggiano sulle strade statunitensi dove si contano 33.000 morti l’anno ed inchiodare le aziende “che ignorano o violano le leggi sulla sicurezza” alle loro responsabilità. In una dichiarazione ufficiale, la senatrice ha citato i casi di Toyota e GM. Ai giudici verrebbe consentito anche di applicare sanzioni economiche ancora più severe, ovvero fra 5.000 e 25.000 per ogni auto richiamata. Potrebbe anche venire nuovamente ritoccata verso l’alto la soglia massima, recentemente portata a 35 milioni.