Alle urne per scegliere il candidato alla Regione un settimo degli elettori rispetto al dicembre 2013. Il deputato fa il pieno nella sua Modena, ma anche a Bologna e Rimini. Il rivale Balzani vince a Forlì e tiene testa a Reggio Emilia e attacca: "L'apparato ha clamorosamente perso. L'Emilia ha dimostrato che non vota a comando"
Le primarie flop del Pd in Emilia Romagna premiano Stefano Bonaccini. Sarà il 47enne modenese, segretario regionale del partito, nonché responsabile nazionale degli enti locali del Pd, il candidato del centrosinistra per sostituire Vasco Errani. Bonaccini ha battuto l’unico sfidante in corsa, renziano come lui, l’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani, con il 60,9% (34.751 voti) contro il 39,1% (22285). Tuttavia il vero protagonista della giornata è il dato dell’affluenza agli oltre 800 seggi: 58.119 votanti. Un settimo rispetto a quanti andarono a votare l’8 dicembre 2013 per scegliere il segretario nazionale tra Renzi, Civati e Cuperlo (405.505); o anche solo un terzo per chi andò a votare alle “Parlamentarie” del 30 dicembre 2012. Complice il tira e molla sulla candidatura forte da presentare, che ha “bruciato” il sindaco di Imola Daniele Manca e il deputato modenese Matteo Richetti, i giorni a disposizione per le primarie 2014 sono stati soltanto 15 e alla fine i 58mila votanti sono risultati all’incirca lo stesso numero di consensi ottenuti da Pippo Civati alle primarie del dicembre 2013 nell’intera regione e nemmeno l’intero numero di tesserati Pd, circa 75mila. Seggi semivuoti, scrutatori a girarsi i pollici per ore e nemmeno il padre nobile del centrosinistra, Romano Prodi, ricoverato in ospedale, a votare come di consuetudine al suo seggio nel centro di Bologna. “I dati bassi me li aspettavo perché il Pd queste primarie non le ha volute fare fino all’ultimo, non spiegandolo alla sua base” spiega lo sconfitto Balzani. “L’apparato non ha vinto, ha clamorosamente perso: in questi due mesi ha dimostrato che l’Emilia Romagna non è più quella terra di persone che votato a comando. Il mio avversario ha sbagliato come segretario regionale, avrebbe dovuto fare un congresso in modo tale da essere organizzati”. Di diverso avviso il neocandidato alla presidenza per il centrosinistra Bonaccini: “Mi aspettavo qualcosa di più ma non è nulla di drammatico. Non c’era il traino delle primarie nazionali, abbiamo avuto solo quindici giorni di campagna elettorale e poi forse tra i nostri elettori c’è un po’ di stanchezza visto che ci sono primarie ogni due o tre mesi”.
Bonaccini ottiene il risultato migliore nella federazione della sua Modena dove dal 1999 al 2006 è stato assessore comunale ai lavori pubblici e al patrimonio: 78,5% contro 21,4%. Balzani ha risposto con il 79,9% a Forlì dov’è stato sindaco dal 2009 al 2014. Bonaccini ha veleggiato tenendo a distanza Balzani a Reggio Emilia (73,8 a 26,2) dove l’outsider forlivese contava in un maggiore apporto dovuto alla vicinanza con il renziano Delrio. Bologna e Rimini vanno nettamente a Bonaccini (62% a 38%), anche se in alcuni quartieri bolognesi i candidati sono divisi da pochi punti percentuali; mentre nella federazione di Imola il 57% a 43% significa 350 voti di differenza per il vincitore, in quella di Piacenza (55,4% a 44,6%) sono poco più di 200, e in quella di Cesena (53,8 a 46,2) sono meno di 200. Altri dati curiosi: a Parma la federazione premia Bonaccini (60% a 40%) ma a Parma centro città le percentuali si invertono con Balzani al 57%; in provincia di Ferrara a Comacchio dove governano i 5 Stelle Balzani sfiora il 70%, quando nell’intera federazione di Ferrara in media sta sul 30%; mentre sommando i voti raccolti nelle 4 provincie romagnole, il “romagnolo” Balzani sopravanza Bonaccini di oltre 1200 preferenze. “Per me è un successo personale clamoroso, ho fatto tutto da solo con pochi volontari”, spiega Balzani dopo una giornata intera di stop passata in casa a leggere Faulkner in attesa dell’esito finale, “ho misurato che lo spazio politico in cui inserirsi è immenso. L’apparato Pd dell’Emilia Romagna non c’è più, riescono a fatica a portare un numero sufficiente di persone a votare per battere me”.
Ora Balzani tornerà a fare il professore universitario come promesso, anche se il suo 40% diventa automaticamente l’opposizione regionale interna al Pd: “Chiedo che si faccia subito il Congresso e osserverò comunque da vicino il lavoro di Bonaccini. Spero nominerà assessori figure competenti e indipendenti non ponendosi in continuità con Errani. Vigilerò senza chiedere nulla in cambio”. Dal canto suo Bonaccini, camicia aperta sul petto e New Balance blu ai piedi, assieme alla moglie Sandra Notari, ha raggiunto la sede regionale del Pd a Bologna per i festeggiamenti: “Mi ha appena scritto Matteo Renzi. Questo è il primo tempo, ma la cosa più importante è il risultato finale. Avremo due mesi di campagna elettorale vera per battere il Movimento 5 stelle e la destra. Vogliamo fare un grande lavoro da Piacenza a Rimini. Daremo battaglia su tutta la regione, perché è una regione che soffre e ha problemi”.