“Oltre sessanta” jihadisti britannici arrestati nelle ultime settimane al rientro nel Regno Unito da Siria e Iraq, dove erano andati a combattere al fianco delle forze dello Stato Islamico. Lo ha ammesso, parlando in un programma di Bbc Radio 4 il ministro della Difesa di Sua Maestà, Michael Fallon, il quale ha aggiunto: “Abbiamo rafforzato le modalità di controllo nei nostri porti e aeroporti, per monitorare il rientro dei combattenti”. Intanto, il ministero dell’Interno britannico ha ricordato che lo Stato Islamico (Is) nel Regno Unito è bandito come un’organizzazione terroristica. Farne parte è un crimine e si rischia fino a un massimo di dieci anni in carcere.
“Gli oltre sessanta che abbiamo arrestato verranno processati in tribunale”, ha aggiunto Fallon. Le stime più ottimistiche nel Regno Unito parlano di almeno 500 britannici jihadisti partiti in Siria e in Iraq, ma c’è chi, come il quotidiano Daily Mail, in seguito all’analisi di alcuni dati incrociati, ha scritto di almeno 1.500 seguaci dello Stato Islamico attualmente in Medio Oriente. Secondo le notizie circolate nelle settimane scorse, alcuni di loro avevano contattato le autorità britanniche perché spaventati dalle violenze a cui avevano assistito – e preso parte – e desiderosi di tornare nel Regno Unito con una sorta di “salvacondotto”.
Il ministero dell’Interno aveva cominciato a indagare su questi soggetti e sulle loro richieste a dir poco inusuali. Poi è arrivata la conferma dalla Difesa: “Abbiamo cominciato ad arrestare questi jihadisti che tornano indietro”. L’allarme era giunto alla Camera dei Comuni anche dall’ex ministro degli Esteri e deputato William Hague, che in Parlamento aveva parlato di “minacce che crescono come funghi”, anche perché “questi combattenti sono ben addestrati”. Una minaccia interna, quindi, visto che si tratta di cittadini britannici.
Misure che si aggiungono all’offensiva contro l’Is votata da Westminster, che ha deciso di autorizzare raid e bombardamenti della Royal Air Force in Siria e Iraq, a fianco della coalizione formata da Usa, Francia e da altri Paesi europei e arabi. Sei Tornado GR4 dallo scorso fine settimana partono dalla base di Akrotiri, a Cipro, ed effettuano le loro missioni “di sorveglianza armata”, come ha ammesso il ministro Fallon. “Ma questi voli sono all’interno di una strategia più complessiva”, ha specificato il primo ministro conservatore, David Cameron. Il premier Tory ha anche aggiunto: “Quando devi fronteggiare una situazione complessa, con killer terroristi e psicopatici in Siria e in Iraq, che hanno già brutalmente decapitato un nostro cittadino, che hanno già lanciato e tentato di eseguire attentati nel nostro Paese per uccidere persone innocenti, hai una scelta: puoi stare indietro e dire che ‘è troppo complicato, troppo difficile, facciamolo fare ad altri’. Oppure puoi prendere la decisione giusta e dire: ‘Facciamo in modo di avere una piena strategia che comprende molti elementi’”.