Ogni volta che guardo le maestre della scuola dell’infanzia al lavoro con i più piccoli mi chiedo come possa l’Italia continuare a non capire che la culla dell’istruzione è quella. Non capisco come queste insegnanti che hanno il delicato compito di costruire con le famiglie le fondamenta dei futuri cittadini, non debbano essere considerate alla stregua di un docente universitario. E non sto pensando solo alla questione stipendio che, a mio avviso, andrebbe comunque equiparato visto il delicato compito delle maestre! La scuola dell’infanzia o materna (come preferite chiamarla), nel nostro Paese, resta la Cenerentola dell’istruzione. Lo ha capito bene il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola che ha registrato la mancanza di riferimenti e misure organiche destinate alla scuola dell’infanzia nel programma “La Buona Scuola” del Governo Renzi.
Prendete in mano le 136 pagine proclamate dal premier: la parola “infanzia” è citata solo tredici volte. Di queste tredici solo due passi riguardano il futuro di queste scuole. A pagina 99 a proposito di organizzazione del sistema d’istruzione si fa riferimento ad un organico funzionale che aiuterà una “reale integrazione verticale”: “parte dei docenti dell’organico funzionale potranno essere impiegati per affrontare uno dei punti deboli del nostro sistema: gli snodi di passaggio, in particolare quelli tra la scuola dell’infanzia ed elementare e ancor più elementare e media”. Finalmente! Anche perché finora i progetti di continuità didattica tra la scuola dell’infanzia e la primaria sono inconsistenti, basati sulla buona volontà dei docenti, privi di professionalità nella maggior parte dei casi.
Altro accenno, nelle 136 pagine, per quanto riguarda la possibilità di inserire l’apprendimento della lingua inglese fin dalla scuola dell’infanzia. “La scelta operata nella Buona Scuola – afferma il Coordinamento – ignora che la scuola dell’infanzia italiana costituisce un presidio di avanguardia e di continua innovazione di modelli organizzativi e didattici a cui gli altri paesi guardano con ammirazione e rispetto”. Non c’è un’idea in più, c’è un’assenza di progettualità su questa parte del sistema d’istruzione che necessita non solo di un investimento economico ma di un marcato interesse da parte di chi Governa: chi lavora ogni giorno con i bambini dai 3 ai 6 anni necessita di formazione, di sostegno.
Il nodo dell’infanzia resta il più importante anche solo in termini numerici: il 92% dei bambini di 3 anni di età è iscritto alla scuola dell’infanzia (preprimaria), rispetto alla media del 70% per l’area dell’Ocse. I tassi d’iscrizione crescono fino a raggiungere il 96% per i bambini che hanno compiuto 4 anni. Tali tassi sono tra i più alti osservati nei Paesi dell’Ocse, simili a quelli rilevati in Germania, Spagna e Regno Unito. Eppure attualmente vengono seguite le “Indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell’infanzia 2012“, che fanno riferimento sia agli Orientamenti del 1991, sia alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (pur non essendo una scuola dell’obbligo), in un’ottica globale di scuola. Dietro ai “Campi d’esperienza” si delineano i saperi disciplinari. Forse avremmo bisogno di nuovi Orientamenti, di avere un progetto profetico per la nostra scuola dell’infanzia. Vale la pena citare il rapporto sull’Infanzia elaborato da Save The Children: “Investire nella prima infanzia conviene, si traduce, per esempio, in benefici immediati sulle competenze di lettura dei più piccoli. Guardando i test Pisa e facendo un confronto l’Italia è negli ultimi posti in classifica”. Dobbiamo inevitabilmente chiederci il perché?
Infine due parole rispetto agli investimenti: nonostante l’Italia resti uno dei Paesi che investe meno in istruzione, l’infanzia e la primaria sono le scuole alle quali è rivolta maggiore attenzione in termini di contributi. In Italia, il 70% degli alunni è iscritto nelle istituzioni pubbliche dell’istruzione preprimaria, il 30% rimanente è iscritto presso istituti indipendenti privati. La spesa per studente nella scuola preprimaria pubblica ammonta a 7868 dollari statunitensi, lievemente superiore alla media dell’area Ocse che si attesta a 7428 dollari statunitensi per studente. Ciò che manca è la progettualità: investiamo senza avere un’idea, senza sapere orientare la bussola.
Alex Corlazzoli
Maestro e giornalista
Scuola - 29 Settembre 2014
Scuola dell’infanzia, Cenerentola dell’istruzione anche per Renzi
Ogni volta che guardo le maestre della scuola dell’infanzia al lavoro con i più piccoli mi chiedo come possa l’Italia continuare a non capire che la culla dell’istruzione è quella. Non capisco come queste insegnanti che hanno il delicato compito di costruire con le famiglie le fondamenta dei futuri cittadini, non debbano essere considerate alla stregua di un docente universitario. E non sto pensando solo alla questione stipendio che, a mio avviso, andrebbe comunque equiparato visto il delicato compito delle maestre! La scuola dell’infanzia o materna (come preferite chiamarla), nel nostro Paese, resta la Cenerentola dell’istruzione. Lo ha capito bene il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola che ha registrato la mancanza di riferimenti e misure organiche destinate alla scuola dell’infanzia nel programma “La Buona Scuola” del Governo Renzi.
Prendete in mano le 136 pagine proclamate dal premier: la parola “infanzia” è citata solo tredici volte. Di queste tredici solo due passi riguardano il futuro di queste scuole. A pagina 99 a proposito di organizzazione del sistema d’istruzione si fa riferimento ad un organico funzionale che aiuterà una “reale integrazione verticale”: “parte dei docenti dell’organico funzionale potranno essere impiegati per affrontare uno dei punti deboli del nostro sistema: gli snodi di passaggio, in particolare quelli tra la scuola dell’infanzia ed elementare e ancor più elementare e media”. Finalmente! Anche perché finora i progetti di continuità didattica tra la scuola dell’infanzia e la primaria sono inconsistenti, basati sulla buona volontà dei docenti, privi di professionalità nella maggior parte dei casi.
Altro accenno, nelle 136 pagine, per quanto riguarda la possibilità di inserire l’apprendimento della lingua inglese fin dalla scuola dell’infanzia. “La scelta operata nella Buona Scuola – afferma il Coordinamento – ignora che la scuola dell’infanzia italiana costituisce un presidio di avanguardia e di continua innovazione di modelli organizzativi e didattici a cui gli altri paesi guardano con ammirazione e rispetto”. Non c’è un’idea in più, c’è un’assenza di progettualità su questa parte del sistema d’istruzione che necessita non solo di un investimento economico ma di un marcato interesse da parte di chi Governa: chi lavora ogni giorno con i bambini dai 3 ai 6 anni necessita di formazione, di sostegno.
Il nodo dell’infanzia resta il più importante anche solo in termini numerici: il 92% dei bambini di 3 anni di età è iscritto alla scuola dell’infanzia (preprimaria), rispetto alla media del 70% per l’area dell’Ocse. I tassi d’iscrizione crescono fino a raggiungere il 96% per i bambini che hanno compiuto 4 anni. Tali tassi sono tra i più alti osservati nei Paesi dell’Ocse, simili a quelli rilevati in Germania, Spagna e Regno Unito. Eppure attualmente vengono seguite le “Indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell’infanzia 2012“, che fanno riferimento sia agli Orientamenti del 1991, sia alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (pur non essendo una scuola dell’obbligo), in un’ottica globale di scuola. Dietro ai “Campi d’esperienza” si delineano i saperi disciplinari. Forse avremmo bisogno di nuovi Orientamenti, di avere un progetto profetico per la nostra scuola dell’infanzia. Vale la pena citare il rapporto sull’Infanzia elaborato da Save The Children: “Investire nella prima infanzia conviene, si traduce, per esempio, in benefici immediati sulle competenze di lettura dei più piccoli. Guardando i test Pisa e facendo un confronto l’Italia è negli ultimi posti in classifica”. Dobbiamo inevitabilmente chiederci il perché?
Infine due parole rispetto agli investimenti: nonostante l’Italia resti uno dei Paesi che investe meno in istruzione, l’infanzia e la primaria sono le scuole alle quali è rivolta maggiore attenzione in termini di contributi. In Italia, il 70% degli alunni è iscritto nelle istituzioni pubbliche dell’istruzione preprimaria, il 30% rimanente è iscritto presso istituti indipendenti privati. La spesa per studente nella scuola preprimaria pubblica ammonta a 7868 dollari statunitensi, lievemente superiore alla media dell’area Ocse che si attesta a 7428 dollari statunitensi per studente. Ciò che manca è la progettualità: investiamo senza avere un’idea, senza sapere orientare la bussola.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.