Chi tiene al futuro dell’Europa dovrebbe cominciare a preoccuparsi di quale assetto avrà la nuova Commissione, il governo dell’Unione. In questi giorni e fino al 7 ottobre, si stanno svolgendo le audizioni parlamentari dei commissari.
E Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf Italia hanno scritto agli europarlamentari italiani perché contrastino i rischi di un pericoloso ridimensionamento delle politiche ambientali e climatiche emersi dalla struttura della nuova Commissione Europea, dalle lettere di missione e dalla scelta dei commissari fatte dal Presidente della Ce, Jean Claude Juncker.
L’azione della associazioni italiane è coordinata con i Green 10 (le maggiori associazioni ambientaliste attive su scala europea, tra cui il Wwf), che in un comunicato emesso a Bruxelles rincarano la dose: “La Commissione designata dal presidente Juncker rappresenta una seria sottovalutazione delle questioni ambientali ed un ritorno indietro rispetto agli impegni europei nelle politiche riguardanti lo sviluppo sostenibile, l’efficienza delle risorse, la qualità dell’aria, la tutela della biodiversità e l’azione sul cambiamento climatico. Proseguire su questo terreno sarebbe un vero e proprio tradimento degli interessi dei cittadini europei che hanno una forte sensibilità ai temi ambientali. L’ultima rilevazione dell’Eurobarometro dell’8 settembre scorso dimostra, come nonostante la crisi economica, il 95% dei cittadini intervistati dichiarino che la protezione dell’ambiente è importante per la loro vita e che molto ancora resta da fare”.
Gli ambientalisti, che stanno agendo in tutti i Paesi europei, hanno espresso la loro preoccupazione per l’accorpamento dei portafogli riguardanti il clima e l’energia nelle mani di un unico Commissario, insieme alla scelta di mettere questo Commissario sotto il controllo di un Vicepresidente per l’Unione energetica, rischiando di subordinare l’azione climatica agli interessi predominanti del mercato dell’energia.
Gli ambientalisti non si limitano alla critica, ma rilanciano la propria contro-proposta istituzionale chiedendo di promuovere il Vicepresidente per l’Energia della Ue Vicepresidente per l’Azione sul Clima e sull’Energia con una lettera di missione, quindi che deve essere adeguata di conseguenza. Ad avviso degli ambientalisti ciò dovrebbe consentire al rappresentante della Commissione di avere un chiaro mandato per poter affrontare le crisi climatiche nelle trattative internazionali sul clima.
Le associazioni criticano poi il mandato assegnato da Juncker ad un Commissario con competenze non solo in materia di Ambiente, ma anche relative a Mare e Pesca. Fatto questo che, coniugato con l’assenza di riferimenti alle priorità ambientali delle politiche comunitarie e alla mancata assegnazione delle tematiche ambientali ad una vicepresidenza, fa temere una deregulation in questo campo. Impressione che viene confermata dalla scelta caduta sul Commissario Karmenu Vella, di uno Stato membro, Malta, criticato per il mancato recepimento della normativa comunitaria sulla protezione della natura.
Altro segnale che fa emergere una propensione della nuova Commissione designata a far prevalere gli interessi dei gruppi industriali su quelli della salute e dell’ambiente è il passaggio dalla Direzione Generale Ambiente alla Dg Industria della responsabilità dei rapporti con l’Agenzia europea sui prodotti chimici – la cui missione è proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini da prodotti chimici dannosi e vigilare sulla corretta applicazione del regolamento Reach (concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche).
Le Associazioni ambientaliste rispondono a questi orientamenti chiedendo di reintegrare il pacchetto Ambiente, riaffermando le competenze specifiche del Commissario e definendo un nuovo mandato che rispetti il lavoro dal Parlamento europeo e per l’attuazione del Settimo piano d’azione europeo sull’Ambiente.
Gli ambientalisti sollecitano i parlamentari europei a chiedere anche che il mandato del Commissario all’Ambiente invece che essere finalizzato ad un indebolimento della Direttive europee sulla natura sia sostituito da indicazioni per una rigorosa attuazione della normativa sulla conservazione della natura e da un impegno per raggiungere l’obiettivo europeo per la tutela della biodiversità al 2020.
Infine, reclamano gli ambientalisti, sua priorità dovrebbe essere la protezione della salute delle persone grazie al rafforzamento e non all’indebolimento della normativa sulla qualità dell’aria e sulle sostanze chimiche e riportare la responsabilità sui biocidi e sui pesticidi alla Dg Ambiente.
In conclusione, gli ambientalisti rilanciano e chiedono a Junker di nominare un vicepresidente per la Sostenibilità, che coordini le materie dell’ambiente, della pesca, dell’agricoltura e gli investimenti per le politiche regionali. Ciò consentirebbe di assegnare uno spazio specifico alle politiche ambientali e per l’uso efficiente delle risorse. Non solo, ritengono che sia inoltre necessario che il Vicepresidente al Lavoro, Crescita, agli Investimenti e alla Competitività faccia riferimento nella sua agenda esplicitamente alle principali tematiche ambientali.
Ambiente e sviluppo dovrebbe essere un binomio inscindibile per chi ha a cuore il futuro dell’Europa, c’è da augurarsi che non restino solo vuote parole.
di Stefano Lenzi – responsabile Ufficio relazioni istituzionali WWF Italia