Per la ballerina moldava ci sono state "alcune stranezze" nelle operazioni di soccorso: "Mentre a bordo decine di persone morivano, erano decise vie di fuga rapide solo per pochi privilegiati"
Aveva dato sei giorni all’ex capitano della Costa Concordia Francesco Schettino per “dire la verità su quello che è successo immediatamente dopo aver dato l’annuncio di abbandono della nave”. Ora Domnica Cemortan, la moldava che era in plancia di comando della nave nella notte del naufragio al Giglio, rispetta la scadenza data all’ex capitano e dà la sua versione dei fatti sul settimanale Oggi.
La ballerina conferma che, dopo aver dato l’annuncio di abbandono della Concordia, Schettino sarebbe salito al ponte 11 della nave proprio con lei e il maitre Ciro Onorato. “Anche se Schettino sostiene di esserci andato per controllare la dritta della nave, io dico che eravamo lì ad aspettare un elicottero che portasse via tutti e tre. O forse solo qualcuno di noi”. Una rivelazione che non cambia la ricostruzione dell’incidente, ma secondo la moldava “riaccende i riflettori sulla notte del 13 gennaio 2012 e mostra nello sviluppo delle operazioni di soccorso alcune stranezze. Mentre a bordo si scatenava l’inferno e decine di persone perdevano la vita, veniva predisposta un’uscita rapida e indolore per pochi privilegiati“.
“Nessuno parlò dell’arrivo di un elicottero – precisa Domnica su Oggi – ma mentre eravamo lì, il comandante aveva un’aria impaziente, continuava a guardarsi in giro, come se aspettasse qualcosa. A un certo punto disse: ‘Ma qui non ci vede nessuno!'”. La frase dell’ex capitano, secondo la ballerina moldava, è un riferimento “inequivocabile” proprio all’arrivo di un elicottero. “Chi mai doveva vederci di notte in cima alla nave? – continua Domnica – Da sotto nessuno ci poteva vedere. Evidentemente era dall’alto che dovevamo renderci visibili”.
Secondo il racconto della ballerina, dopo aver aspettato per una ventina di minuti sul ponte 11, arrivò una telefonata a Schettino. “Gli chiesi se stava arrivando un elicottero – conclude Domnica – ma lui rispose che i piani erano cambiati e dovevamo tornare giù, ai ponti inferiori“. L’ex capitano della Costa Concordia Schettino è sotto processo per omicidio colposo plurimo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave, omessa comunicazione dell’incidente alle autorità marittime. Nel naufragio della Costa Concordia del gennaio 2012 sono morte 32 persone.