Elezioni e nomine europee: questa volta è davvero diverso
Da prima delle elezioni europee ho deciso di non scrivere su questo blog per una ragione semplice: c’era una campagna elettorale in corso e non mi sembrava corretto intervenire, se non per invitarvi, nel febbraio scorso, ad informarvi prima di votare.
Ora, a elezioni finite e Parlamento insediato, vorrei attirare l’attenzione dei miei quattro lettori su alcuni punti che mi sembrano dimenticati o distorti da molti giornali:
- Senza voler sminuire l’importanza politica del segnale di quella che è stata definita una “valanga euroscettica”, un’occhiata alla composizione del nuovo Parlamento europeo mi pare dare un’immagine meno drammatica. Guardare per credere, i risultati sono disponibili qui.
- Purtroppo l’affluenza è stata, ancora una volta, molto bassa. Immagino che molti siano rimasti a casa nella convinzione – sbagliata – che il Parlamento “non conta niente nell’Ue”. Ecco che invece, come ho cercato di spiegare in diversi post precedenti, si preparano le audizioni dei candidati Commissari. Trovate i dettagli e il calendario qui.
Il Parlamento europeo si è già pronunciato, con una larga maggioranza a favore, sulla nomina di Jean-Claude Juncker alla Presidenza della Commissione europea. Ora Juncker ha assegnato i portafogli ai 27 candidati Commissari (nominati da ogni Stato membro) e ognuno di loro – si, compresa la Mogherini, che in quanto “Mrs Pesc” è anche Vice-Presidente della Commissione europea – deve passare al vaglio del Parlamento. E non è un esame semplice: tra domande scritte e le audizioni vere e proprie, la storia insegna che qualche vittima ci sarà (qualcuno ricorda il candidato Commissario Buttiglione?). Il Parlamento, quindi, potrà influire direttamente e in profondità sul prossimo esecutivo europeo.
- Se tutto andrà bene (cioè se, in caso di “vittime” alle audizioni, i governi nomineranno in fretta un nuovo candidato che passerà senza problemi la nuova audizione), la Commissione prenderà le sue funzioni all’inizio di novembre.
Ma attenzione: essere in una fase di transizione non vuol dire vuoto di potere! Nonostante i fiumi di inchiostro dedicati al “ritardo” di nomina della Mogherini, che avrebbe lasciato senza comando la politica estera Ue nel pieno della crisi Ucraina, la realtà è semplice: “Mrs Pesc” è, fino al 31 ottobre almeno, la Baronessa Ashton. Quello che dice e fa la nostra Mogherini fino ad allora lo dice e lo fa da ministro degli Esteri dell’Italia, non dell’Ue. Prima del passaggio di consegne bisogna che il nuovo Parlamento, democraticamente eletto da (purtroppo pochi) cittadini europei, si pronunci.
Come vi avevo invitato a informarvi prima di votare, vi invito ora a seguire le audizioni dei candidati Commissari. Quelle più controverse sono concentrate il primo ottobre, quella della Mogherini si terrà il 6 ottobre.