“Noi siamo il loro obiettivo, possono attaccarci con armi chimiche, nucleari o batteriologiche. Per questo motivo dobbiamo distruggerli“. A pronunciare queste parole è Theresa May, Segretario di Stato per gli Affari Interni britannico, durante la conferenza del partito conservatore di martedì. May disegna prospettive negative per l’Occidente se, dice, non si interverrà con forza per sconfiggere l’Isis. Intanto, martedì, i miliziani dello Stato Islamico, secondo quanto riferisce l’organizzazione non governativa Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, hanno catturato e decapitato 4 combattenti curdi, tra cui 3 donne.
“È giusto garantire la salvaguardia dei diritti umani – dice May -, è giusto anche fornire supporto umanitario alle popolazioni oppresse dallo Stato Islamico, ma dobbiamo guardare anche all’interesse nazionale e a quello dei musulmani in Medio Oriente e nel mondo intero”. Per questo motivo, il Segretario di Stato chiede l’appoggio del partito conservatore per continuare e, se necessario, espandere i raid nei territori dell’autoproclamato califfato islamico con a capo Abu Bakr al-Baghdadi. Una minaccia “che ha preso di mira l’Occidente e che è riuscita ad attirare decine di migliaia di ‘foreign fighters“, i jihadisti provenienti dai paesi fuori dai territori del califfato.
“È nostro dovere – conclude – proteggerci da loro che attaccano e perseguitano chiunque non si pieghi al loro volere. Dobbiamo agire per non doverci difendere, in futuro, da possibili attacchi con armi chimiche, nucleari o batteriologiche”. May ha le idee chiare su come si debba affrontare la minaccia dell’Isis: “Noi siamo i loro obiettivi, per questo non possiamo restare a guardare. Dobbiamo distruggerli”.
Le parole del Segretario di Stato britannico arrivano in un momento cruciale per le politiche del paese riguardo all’impegno da intraprendere nella campagna militare occidentale contro lo Stato Islamico. Ottenuto il via libera dal Parlamento per iniziare a bombardare i territori del califfato in Iraq, il Primo Ministro, David Cameron, spinge per estendere l’azione anche alla Siria. La maggioranza dell’assemblea, però, è contraria a un ulteriore sforzo bellico in Medio Oriente e l’ampliamento degli attacchi aerei sui territori controllati dai ribelli siriani richiede un ulteriore ok dalla House of Commons.
Continuano intanto le battaglie al confine dei territori conquistati dagli uomini del califfo. Martedì, durante gli scontri vicini alla città siriana di Kobane (al confine con la Turchia), 4 peshmerga curdi, secondo quanto riporta la Ong Osservatorio nazionale per i diritti umani, tra cui 3 donne, sono stati catturati e decapitati dai jihadisti. Le loro teste sono poi state esposte come monito nei confronti degli oppositori, nella città di Jarablus, al confine tra Siria e Turchia. La stessa organizzazione riporta di scontri sempre più frequenti tra i miliziani di al-Baghdadi e le forze governative, con i primi che sarebbero arrivati ormai a 2-3 chilometri da Kobane, al confine con la Turchia. Durante l’assedio dello stato islamico, i jihadisti “neri” hanno conquistato 70 villaggi e costretto circa 160 mila curdi a fuggire in territorio turco.