“Non c’è bisogno di eliminare l’articolo 18, basta prendere lezioni da Mauro Laus (Pd), presidente del consiglio regionale del Piemonte”. Davide Bono, consigliere regionale M5s, ha presentato un ordine del giorno che chiedeva la solidarietà di Laus nei confronti di 5 dipendenti licenziati della Rear, cooperativa che si occupa tra l’altro di servizi per i musei torinesi e della quale Laus, fino a luglio, è stato presidente. Nella ricostruzione fatta da Bono i 5 sono stati licenziati dopo essersi opposti a un taglio salariale. La questione era stata al centro di importanti polemiche quando nel 2012 il regista Ken Loach rifiutò un premio del Museo del Cinema, del quale la Rear ha in gestione diversi servizi, per solidarietà con i lavoratori. Intanto pochi giorni fa anche il secondo grado di giudizio ha condannato la Rear a risarcire i dipendenti perché il contratto con il quale erano assunti aveva un mimino salariale troppo basso. Laus, che secondo le dichiarazioni dei redditi è il consigliere regionale più ricco del Piemonte, ha lasciato le redini dell’azienda, che ha appalti con la Regione, in mano alla sua famiglia: “Fratello, cognata e sorella della cognata” sottolinea Bono. “Dietro il paravento di una finta solidarietà, il M5S – ha dichiarato Laus – oggi ha cercato di regolare i conti per essere stato escluso dall’Ufficio di presidenza. Ai presunti destinatari della solidarietà, gli ex dipendenti, non è andata meglio: sono sempre gli stessi che da due anni vengono usati per colpire me e il partito cui appartengo”. “L’ordine del giorno contiene un’accurata selezione di stralci delle più disparate sentenze che – conclude – hanno interessato la cooperativa di cui ero presidente: su quelle favorevoli naturalmente si tace, mentre si insiste su particolari che dovrebbero minare la mia credibilità”  di Cosimo Caridi

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