Sulla scia della definizione “Renzusconi” data dal giornalista Andrea Scanzi all’accordo tra il premier e il Cavaliere, la trasmissione Piazzapulita (La7) ha mostrato nel corso della puntata di ieri sera alcuni dati accertati. Attraverso un sistema messo a punto dal sito Openpolis, che monitora le attività dei parlamentari e delle loro votazioni, si è verificato il numero di volte in cui in Parlamento i rappresentanti del Pd e di Forza Italia hanno votato allo stesso modo. Si è così scoperto che i due capigruppo di Forza Italia e del Pd alla Camera, rispettivamente Renato Brunetta e Roberto Speranza, hanno espresso lo stesso voto in 436 occasioni su 667, per una percentuale di voto convergente pari al 65%. I capigruppo degli stessi partiti al Senato, Paolo Romani (FI) e Luigi Zanda (Pd), entrambi presenti in oltre 2362 votazioni, hanno una percentuale di votazioni comuni che ammonta al 90,9%. Analogo confronto è stato registrato sui fedelissimi di Renzi e di Berlusconi, come Matteo Richetti (Pd) e Francesco Paolo Sisto, che hanno votato allo stesso modo ben 1605 volte, con una percentuale di voto convergente dell’86,4%. Il ministro Maria Elena Boschi (Pd) e l’onorevole Daniela Santanchè (FI) hanno invece una concordanza di votazioni pari all’81,5%. Ancora più alta è la percentuale di votazioni comuni (87%) tra il deputato renziano Lorenzo Guerini e l’onorevole di FI Annagrazia Calabria. Il sindaco di Firenze Dario Nardella, ospite in studio, motiva così l’impressionante armonia tra le due compagini politiche: “Molte votazioni sono state sulla riforma costituzionale“. Ma viene smentito da un consigliere comunale di Forza Italia che, dal pubblico, fa notare al politico che le riforme istituzionali di Renzi, come anche l’abolizione dell’art.18, sono le stesse che Berlusconi ha tentato di fare per 20 anni
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