Il primo cittadino ha incontrato l'imprenditore per parlare del futuro della cittadina ligure: "Voglio aprire le pagine del settimanale Chi e commentare: 'Guarda, i vip sono tutti in vacanza da noi". Ma ancora non c'è stata risposta ufficiale alle proposte
E’ venuto, ha visto e per ora non ha vinto, ma sembra certo che ci proverà. Sebbene l’impresa nella quale si vorrebbe impegnare Flavio Briatore sia davvero complessa ed estremamente ambiziosa. Il sindaco Carlo Bagnasco (Forza Italia) ha chiesto all’imprenditore di diventare “un consulente turistico” e soprattutto un investitore. C’è stato un incontro e sul tavolo sono arrivate le prime richieste. Anzitutto, rifare il look a Rapallo, città al centro del Golfo del Tigullio, a 20 minuti di autostrada da Genova.Poi, cancellare quel crudele neologismo – “rapallizzare” – divenuto simbolo, purtroppo non a caso, di devastazione urbanistica del territorio. E quindi riportare a Rapallo il turismo d’élite: se non proprio l’aristocrazia che frequentava la Liguria di levante durante la Belle Epoque e subito dopo (Nietzsche, Listz, Guy de Maupassant, Eleonora Duse, Sem Benelli, il presidente degli Usa Theodore Roosevelt e lo scrittore americano Ernest Hemingway), tentare di avere almeno i nuovi ricchi, i supervip proprietari di megayacht e disposti a pagare cifre stratosferiche pur di avere il meglio in ogni settore del divertimento e dello svago. E per perché no? Anche un pezzo di quel jet set che ha fatto la fortuna di Saint Tropez, Montecarlo, la Versilia, la Costa Smeralda.
Il primo impatto gli ha suggerito di tornare e approfondire l’argomento. Prima di ripartire, Briatore ha consegnato al “Secolo XIX” , queste parole: “Il pubblico ha la proprietà, il privato i soldi e le idee. Se si riesce ad andare d’accordo, si posso fare grandi cose insieme”. Passeggiando qua e là, dal golf ai campi da tennis, passando attraverso la splendida Villa Porticciolo, lasciata purtroppo in stato di semiabbandono, Briatore aveva esclamato: “Rapallo è un posto bellissimo. Non lo conoscevo e sono rimasto affascinato. Ma può essere tanto metà di campeggiatori quanto di turisti a cinque stelle. Prima si fissa l’obiettivo e poi si studia la strategia. L’importante è essere chiari“. E il sindaco Carlo Bagnasco è stato chiarissimo con lui: “Voglio aprire le pagine del settimanale CHI e commentare: “Guarda, i vip sono tutti in vacanza a Rapallo””.
Per avviare la palingenesi occorre dare una rinfrescata all’immagine della città. Che vive col cappio al collo di quell’orribile neologismo – “rapallizzare” – che ne ha devastato appunto l’immagine, consegnando Rapallo ad un turismo di pensionati che non producono valore aggiunto. Cancellata quella lontana ignominia, bisognerà darsi da fare per ricostruire in senso materiale le bellezze lasciate andare in malora. E qui scocca l’ora di quel privato evocato da Briatore e che fortunatamente ha già un nome e cognome.
Gabriele Volpi, milanese di nascita, trapiantato fin dall’infanzia in Liguria, a Recco, e poi partito per la Nigeria dove in tre decenni è diventato l’assoluto padrone della logistica legata al trading del petrolio. Volpi, ex pallanuotista della Pro Recco, amico fraterno del “Caimano” Eraldo Pizzo, da qualche anno coltiva il desiderio di investire le sue ricchezze in Liguria. Quasi a ripagare la sua terra d’origine (si sente ligure a tutti gli effetti) della buonasorte che l’ha baciato in fronte col business dell’oro nero. Dice al Fattoquotidiano.it Gabriele Volpi: “A Rapallo, a poche centinaia di metri dal casello dell’autostrada, si può costruire un impianto del nuoto da tremila posti al coperto, dove ospitare tornei di pallanuoto al massimo livello mondiale e i campionati italiani ed europei, convogliando sulla città un flusso di appassionati che avrebbe ricadute fortissime sull’intero tessuto economico. Da Genova a Sestri Levante non esiste una piscina degna di questo nome e non c’è neppure a Milano o a Roma, che hanno capienze minme. Resta la Scandone di Napoli, ma è in stato di semiabbandono”.
“E dunque Rapallo può diventare la capitale degli sport acquatici in Italia. Anche se non sarà per me un affare in termini di investimento, non ha importanza. Accanto ai campioni – la Pro Recco si sposterebbe lì per i suoi match ufficiali – nuoteranno anche i giovani di Rapallo e dei centri vicini, perché lo sport deve avere sempre un risvolto sociale”. Volpi è il patron che ha riportato la gloriosa Pro Recco ai trionfi degli anni di Pizzo. Ha acquistato anche lo Spezia calcio, che gioca nel campionato di serie B ed è impegnato in due operazioni immobiliari. A Recco, progetta di costruire un palazzetto dello sport, con spazi commerciali ed un albergo sul terreno della IML, la fabbrica metalmeccanica dove lavorò da ragazzino. E vuole ristrutturare la piscinadi Punta Sant’Anna.
A Santa Margherita attende, da sei anni, di sapere dal Comune se potrà investire del porticciolo turistico, dove conta di costruire un centro talassoterapico, e potendo, anche una vera e propria spa, agganciata ad un hotel. “A Rapallo sono venuto perché conosco da anni Flavio Briatore ed ero curioso di vedere che cosa avrebbe pensato. Mi pare che la cosa gli interessi. Ora vediamo cosa decide l’amministrazione. L’unico vero dubbio di Flavio riguarda la burocrazia. Ma conosco anche il sindaco Bagnasco e vedo che è pieno di entusiasmo e di idee per la sua città”.
Il sindaco Carlo Bagnasco, in carica da tre mesi alla guida di una giunta di centrodestra, è figlio d’arte. Il padre, Roberto, è stato sindaco di Rapallo per molti anni. “Sono una persona prudente e non mi piace fare proclami – dice il neosindaco al Fattoquotidiano.it – Ma davvero voglio cambiare faccia alla mia città. Ad oggi di concreto non c’è nulla, Briatore però mi ha detto che tornerà in città e approfondiremo i vari temi. Qualunque cosa si deciderà, avrò la forza politica di condurla fino in fondo perché godo di un ampia maggioranza politica, undici consiglieri su diciassette. Tutto sarà fatto senza intenti speculativi, nel rispetto della cittadinanza”. Primo obiettivo dichiarato, resituire smalto alla Villa Porticciolo, che negli anni Sessanta aveva ospitato un club esclusivo. Ora si valuta di trasformarla in una sorta di Twiga 2 (il locale lanciato da Briatore in Versilia), sfruttando anche il meraviglioso parco che la circonda, dotandolo di ristoranti e aree ludiche e di svago.