La ballerina moldava che si trovava nella plancia di comando la notte del naufragio fa nuove rivelazioni: "So cosa conteneva la borsa portata via dall'elicottero, ma in procura non sono interessati, se me lo chiedono in procura lo dico, ma finora non sembrano interessati". E rispetto alle indagini: "Quella sera Schettino aveva tre cellulari, ma sono state sentite le registrazione di un solo telefono"
Domnica Cemortan prova a mettere un nuovo tassello nella sua versione del naufragio della Costa Concordia. Lo fa nella sua seconda partecipazione a Mattino 5. La ballerina moldava, che la sera del naufragio era nella plancia di comando con l’ex capitano Francesco Schettino, fa un nuovo attacco non solo a lui, ma anche al modo in cui sono state condotte le indagini: “Quella sera Schettino aveva tre telefoni, ma durante le indagini abbiamo sentito le registrazione di un solo cellulare“, ha detto Domnica.
Per la ballerina l’ex capitano “è responsabile: deve parlare, raccontare cosa è successo” la notte del naufragio per il quale l’uomo è oggi sotto processo con le accuse di omicidio colposo plurimo, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave, omessa comunicazione dell’incidente alle autorità marittime. Domnica rilancia quindi l’appello che aveva fatto dieci giorni fa via Facebook all’ex capitano della Concordia di “dire la verità”. Parlando nella sua seconda intervista a Mattino 5, Domnica conferma poi quanto già detto il 1 ottobre sempre su Canale 5: “Un elicottero portò via un oggetto dalla nave durante il naufragio”.
E aggiunge di sapere cosa c’e dentro il pacco: “So cosa conteneva quella borsa, se me lo chiedono in procura lo dico, ma finora non sono sembrati interessati”. Un implicito riferimento, quindi, a come sono state svolte le indagini. Già nella puntata di ieri del programma di Canale 5, la ragazza aveva sottolineato che nessuno le ha mai chiesto che cosa avesse visto. “Erano interessati al fatto che sono bionda, moldava, straniera ma nessuno mi ha chiesto se ho visto qualcosa” eppure “sono stata interrogata sei ore”.
Domnica ha detto che la borsa è stata prelevata dalla Concordia “da una persona che conosco e che aveva delle responsabilità sulla nave”, che poi l’ha portata sull’isola dove è stata prelevata da un elicottero della Costa. “Io non ho visto l’elicottero – ha aggiunto – ma alla prossima udienza di Grosseto potrete chiedere spiegazioni agli avvocati della Costa”. E di fronte alla possibilità sfumata di un faccia a faccia con Schettino, Domnica aggiunge che l’ex capitano “ha paura di noi”.
Dichiarazioni che fanno discutere. Alla procura di Grosseto in anni di indagini nessuno ha mai riferito di questo oggetto misterioso. E tanto meno risulta la presenza di un velivolo in zona operazioni diverso da quelli militari e delle forze dell’ordine usati per i soccorsi ai naufraghi. “Nessuno ha visto e sentito un elicottero”, ha confermato il procuratore Francesco Verusio. Secco, poi, il commento di Gregorio De Falco, che era capo della sala operativa della capitaneria di Livorno: “Un’ipotesi da non prendere neanche in considerazione”. Al Giglio si alternarono solo elicotteri di guardia costiera, marina, aeronautica, guardia di finanza. Condizioni smentite anche dal Comune.